È arrivato il motore!

E come tutte le favole, anche quella di Rebound pare avere un lieto fine.
Il “pare” è sempre d’obbligo, in quanto troppe sono le variabili e incognite per decretarne il successo a priori, quando la strada è ancora molto lunga.
Ma per il momento sarebbe ingiusto non godere di quanto accaduto, dopo tanto tempo e sofferenze patite sul cuore meccanico di Rebound.

 

L’organizzazione della spedizione

Dopo una serie di scambi atti a organizzare al meglio la spedizione del motore, alla fine Bartosz (titolare della Servipol) decide di farci un altro bel regalo: portarci direttamente il motore a Crotone!

La storia è questa. Avendo in programma di girare un documentario dalle molteplici finalità, ha ritenuto proficuo “cogliere una serie di piccioni con una fava”, presentandosi nella città pitagorica con ben 5 persone: lui e il suo amico e collega di avventure Mariusz, due videoperatori (i fratelli Michal e Piotr) e i due fantastici meccanici Piotr (un altro) e Tomasz.
Quindi da che attendevamo solo il motore, ci siamo ritrovati direttamente la Servipol a domicilio: davvero una gradita sorpresa e soprattutto atto di stima e rispetto per quello che stiamo facendo.

 

Il Perkins revisionato diventa realtà

Quasi come bimbi la mattina di Natale in attesa di scartare i regali, abbiamo contato le ore il giorno dell’arrivo del NOSTRO Perkins: lo avevamo sbarcato quasi 2 anni fa, pieno di ruggine e con poche speranze di ricavarne qualcosa di buono.
E ora eccolo lì “scortato” dal furgone brandizzato Servipol, dopo un lungo viaggio di oltre 2.000 km.
Verso le ore 18 del giorno stabilito il furgone entra nel cantiere De & Mun con la tensione (e l’attenzione) riservata a un carico d’oro protetto dalle “2 guardie giurate”: benvenuti a voi Piotr e Tomasz, benvenuto a te Perkins 4.236.
La mattina dopo scopriamo con quanta cura il motore è stato impacchettato e con quale delicatezza viene trattato dalla squadra di meccanici, preparatissimi e professionali, va detto senza indugio.
Il forziere su ruote si apre e ora dobbiamo tirare fuori il contenuto; ma c’è un problema, proprio 2 giorni prima si è rotto il muletto e quindi non si sa come procedere senza far danni.
Presto fatto: il dream team polacco arma il paranco alla grue di Pino (il non-titolare del cantiere) e lentamente sposta il pallet con sopra il motore, abbastanza da poter essere afferrato direttamente dalla gru.
Operazione precisa e veloce al punto tale che di lì a pochi minuti ecco il leggendario Perkins volteggiare in aria come una ballerina color crema, scintillante e tornata a nuova giovinezza.
Non vi annoio con le fasi delicate per inserirlo nella sala macchine, ma ci sono stati attimi di tensione, tipici a dire il vero di ogni operazione di questo tipo, ma per i quali la tesissima Basak ha pregato tutti i santi di sua conoscenza: d’altronde in qualche maniera è una sorta di “trapianto” d’organo… meccanico.

A tal proposito non possiamo che ringraziare ancora una volta Luca della Nautica Pistarino per aver fornito un motore intero da cui “espiantare” lo scambiatore di calore dell’olio (per chi si fosse perso la puntata, eccola qua): mai come in questo caso abbiamo amato la sinergia che si sta venendo a creare tra le varie aziende sponsor del 3R Project.
Senza quel pezzo sarebbe stato molto più difficile, oneroso e, peggio, avremmo visto allontanarsi la fatidica consegna a data imprecisabile.
Su Luca e la sua azienda tornerò volentieri a parlarne nella prossima occasione, perché il suo contributo si è rivelato estremamente prezioso anche in seguito: un Professionista con la P maiuscola. Ma come detto, non voglio anticipare nulla.

Ne approfitto per dare il benvenuto a bordo del 3R Project a Claudio di Canapuglia!
Bellissima azienda di prodotti a base di canapa, quindi naturali, che ha deciso di… ne parleremo la prossima volta.

 

Problemi di installazione

Ebbene eccoci qui, con il motore all’interno della sala macchine e seduto comodamente sulla sua sella; o come preferiamo chiamare noi, la sua culla, preparata con amore genitoriale e dipinta dello stesso colore.
La felicità però viene un po’ smorzata dai soliti imprevisti che, pur se messi in conto, ci sorprendono sempre allorquando puntualmente si presentano.

Dovendo sostituire i vecchi silent block (i piedi ammortizzati su cui poggiano i motori), abbiamo dovuto attingere ai modelli recenti, non potendo più trovare lo stesso tipo oramai fuori produzione: non tutto si può riparare.
E chiaramente le misure non coincidevano al millimetro.
In particolare era una questione di altezze differenti, cosa per cui mi ero prodigato dopo mille controlli e misure prese, a realizzare delle zeppe (rialzi) in delrin, così da isolare anche ulteriormente il motore.

Nota tecnica. Avendo chiesto al rivenditore lumi sull’isolamento degli stessi supporti, e non avendo ricevuto notizie certe, avevo pensato di procedere con il delrin, materiale sintetico ma molto resistente; successivamente però ho verificato che i nuovi silent block nascono già isolati. A saperlo prima avrei realizzato dei rialzi direttamente in alluminio e probabilmente saldati alla sella. Poco male e il bicchiere mezzo vuoto sta nella scalabilità in caso di ulteriori aggiustamenti (difatti…). In ogni caso mi sembrava giusto fornire al lettore questa informazione importante.

Tornando all’imprevisto, piazzate le zeppe e presentati i bulloni che collegano i silent block con la sella, ci accorgiamo che l’attacco dell’invertitore (il mitico e dannato Paragon Power: qui la storia) non coincideva in altezza con il mancione dell’asse elica… Dannazione!
La prima cosa che ho pensato è stata “Giampaolo, hai cannato le misure delle zeppe”: e gli occhi di Başak hanno subito lanciato fulmini nella mia direzione immaginando il colpevole.
Ma per mia fortuna, dopo nuove misurazioni effettuate stavolta ad opera dei meccanici, e forti dei vecchi silent block presenti sul posto, ci rendiamo conto che tutto era da me perfettamente ben preso e congegnato.

Dannazione 2! Non aveva alcun senso. Sarebbe stato meglio un mio errore umano, facilmente risolvibile con l’eventuale modifica dei rialzi.
A quel punto il mistero si infittisce e ci tiene in scacco per quasi 2 ore.
Provo a ragionare come farebbe un bambino: in fondo il Perkins è quello; “esternamente” sono stati sostituiti il motorino d’avviamento, la pompa del gasolio, l’alternatore… ma non c’entrano nulla con il “cambio dell’altezza dell’intero motore”. L’invertitore pure è stato revisionato, ma anch’esso senza apportare modifiche all’esterno. Ed è lì che “mi cade il gettone”.
“Scusate amici miei, ma davvero non è stato cambiato qualcosa all’invertitore che possa creare questo strano paradosso?”.
La risposta è stata affermativa per quanto riguardava “gli organi interni”, ma negativa per l’esterno; cosa per cui permaneva il mistero.
Ma restava il fatto che l’unica vera variabile era costituita solo dal “dannato” Paragon.
Infatti dopo le suddette 2 ore nelle quali tra telefonate in Polonia e sforzi di immaginazione che rasentavano il paranormale, ecco svelato l’arcano: l’invertitore era sì quello, ma l’azienda esterna alla Servipol, specializzata in invertitori, nel rimontarlo aveva “invertito l’invertitore”; cioè, questi congegni sono pensati per adattarsi a diverse misure di motori, e vi è dunque la possibilità di montare l’uscita di attacco in 2 posizioni; evidentemente nel nostro caso, posizione sbagliata.
Eureka!
I due meccanici allora provvedono a smontare la parte interessata, togliere l’olio e rimontare il tutto correttamente: ora la linea d’asse è in linea.
Tutti felici già pregustiamo il brindisi finale, quando… altro imprevisto. I nuovi silent block hanno una regolazione tale per cui abbiamo esaurito l’escursione utile del perno filettato a cui si avvita il dado di serraggio; potremmo lasciar così avendo messo tutto a misura, ma in caso di ulteriori regolazioni di fino (quando saremo in acqua ad esempio), la testa sagomata per l’utilizzo di una chiave a bloccare, non sarebbe utilizzabile.
Bene, anzi male: servono altre zeppe per guadagnare quel mezzo centimetro, meglio 15mm, di gioco. Fortuna vuole che avevo proprio altre 4 zeppe realizzate in prima battuta, ma che poi avevo deciso di sostituire con altre più ampie per eventuali imprevisti; ed eccomi di corsa dal tornitore per “piallare” quei 5mm in eccesso (zeppe da 20mm).
Ora non ci sono più scuse e il motore è “perfettamente in bolla” e finalmente collegato all’asse: Piotr e Tomasz tirano un comprensibile sospiro di sollievo.

 

Congiunzione astrale

Durante e dopo questi giorni convulsi a livello tecnico, il 3R Project ci ha regalato ben altre emozioni, di cui vale la pena raccontare seppur brevemente; tenendo conto dell’impossibilità di trasferire al lettore le sinapsi prodotte e vissute individualmente.
Come accennavo all’inizio Bartosz e Mariusz sono venuti di persona anche per un sogno nel cassetto parallelo alla Servipol: realizzare un Medical Garden.
In pratica e con il sicuro rischio di non riassumere fedelmente, si tratta di un luogo in mezzo alla natura, dove le persone possono trascorrere una breve periodo per depurarsi delle energie negative, ricaricando le batterie e assaporare una vita più biologica e sostenibile; no, non è un agriturismo pur se le poche persone che vi risiederanno in pianta stabile, coltiveranno in modo sostenibile; ma molto, molto di più. Sarà presente persino un medico per aiutare chiunque voglia portare con sé qualche problema; magari una figura più olistica che ortodossa, ma questo e altri dettagli, li rimandiamo a loro e a quando saranno pronti, perché credo varrà davvero la pena di approfondire.
E sulla scia di quanto detto, ci hanno incaricati giorni prima di approfondire la possibilità di realizzare un medical garden anche in Italia, anzi giustappunto nel crotonese.
Perché a Crotone? Bè forse a causa nostra, date le lodi tessute a favore della terra calabra, una volta messi a conoscenza delle loro esigenze; e visti i quasi 2 anni trascorsi nella terra dei miei avi, durante i quali abbiamo stretto bellissime relazioni e amicizie locali, è stato facile metterli in contatto con chi avrebbe potuto aiutarli: già solo questo è molto bello e restituisce un’immagine seppur sbiadita, del tipo di persone che vengono attratte dalla strana calamita chiamata 3R Project.
E ciò, riteniamo, io e Basak, sia frutto in fondo dell’esigenza degli individui di tornare a vivere in modo sostenibile, qualsiasi cosa ciò possa significare per ognuno di noi; quel piccolo (o grande) passo indietro, per continuare a crescere in modo qualitativo; soprattutto nelle relazioni interpersonali.
Ne hanno dato prova ad esempio Nino e Maria Pia, invitandoci insieme a Bartosz e Mariusz a partecipare alla festa della Madonna di Capocolonna; evento mistico e molto sentito, dove le persone si prodigano in un piccolo pellegrinaggio dal centro di Crotone fino alla chiesa di Capo Colonna: chi a piedi, chi, come noi, in barca a bordo di Arsitea.
Aggiungo che il buon Bartosz, rapito dall’atmosfera, la notte prima aveva camminato insieme alla fiumana di gente per circa 9 km dal centro e altrettanti per tornare.
Energia. Parlo di questo.
Ed è stato così che almeno per me e Başak si è creata l’occasione di rimettere piede nuovamente su una barca a vela galleggiante, dopo quasi 3 anni di astinenza; e in che modo poi! Ma lascerò parlare le immagini del video e dei contributi postati sui social.

Pochi giorni prima avevamo conosciuto a casa di Nino altre due persone speciali: Sandro e sua moglie Benedicte.
La faccio breve, è subito amore a prima vista; e come se nulla fosse eccoci tutti invitati, per una cena di saluti a casa sua.
Un invito estremamente esteso, dato che alla fine saremo noi più i sei amici polacchi, tra cui i due videoperatori, i quali non potevano avere miglior fortuna per girare scene importanti del loro documentario, approfittando della dimora di Sandro risalente ai tempi di suo padre.
Descrivere questo paradiso è se non impossibile, davvero molto difficile: una casa immensa degli anni ’50, affacciata sul mare; come una grande balconata di una nave da crociera, posta in alto; giardino-foresta e accesso al mare; e dulcis in fundo la colonna del tempio di Hera Lacinia ben visibile dal terrazzo dove abbiamo cenato.
Ben quattordici individui, ritrovati sotto una splendida luna piena che ha fatto da cornice a questa magica serata dei tempi andati; un amarcord di cose semplici, nessuno sfarzo; anzi, al contrario, ogni elemento presente, dai mobili d’antan, al lunghissimo tavolo, le sedie, l’assenza di finestre tra il salone e il terrazzo (che scelta romantica!), raccontavano le tante occasioni conviviali volute dal papà di Sandro; quando la socializzazione era preziosa e più analogica; momenti oggi difficili da rivivere.

E molto altro che come premesso non posso riportare fedelmente; cosa per cui preferisco chiuderla qui esclamando un semplice “Wow!”.

La storia finisce, o meglio la settimana magica (e santa); ma non sarà una fine reale, in quanto in molti abbiamo provato le sensazioni da me malamente descritte. Vera e propria congiunzione astrale di individui, di energie sintonizzate sulla stessa frequenza e che, ne siamo certi, continueranno a vibrare in un modo o nell’altro.

Questo è il magnetismo di Rebound, una barca dalla triste storia ma che sta facendo di tutto per vivere la vita che le spetta.
Questo è il 3R Project.
Questi sono i cari amici e aziende fatte di persone che non ringrazieremo mai abbastanza; e alle quali speriamo di restituire un minimo di corrispondenza.

E ora godetevi il video e come sempre: Reuse, Reduce, Rebound!

 

Non dimenticate che il nuovo libro sul cambio vita
“SI DEVE FARE”
è disponibile qui in tutti i formati

 


Puoi aiutarci anche tu!

Tramite Paypal:

La nostra riconoscenza

– chiunque avrà piacere ad aiutarci con almeno 100€, avrà il suo nome inciso sulla targa degli “Amici di Rebound”, che verrà installata nel quadrato di Rebound!

– chiunque avrà piacere ad aiutarci con almeno 500€, oltre al nome sulla targa, se lo vorrà, potrà salire a bordo di Rebound per 1 weekend!

– chiunque avrà piacere ad aiutarci con almeno 1.000€, oltre al nome sulla targa, se lo vorrà, potrà salire a bordo di Rebound per 1 settimana!

– a breve altre iniziative di riconoscenza, grazie alla partecipazione di nuovi sponsor!

GRAZIE IN ANTICIPO A TUTTI VOI

I NOSTRI SPONSOR