La verniciatura degli interni di una barca
Piccoli grandi passi verso la fine
Inutile nasconderlo, quando si arriva a metter mano alla vernice, special modo per gli interni, un piacevole odore si propaga per le cabine… è il profumo della fine.
Ma noooo, certo che non stiamo terminando i lavori, ci mancherebbe; non sia mai che poi ci annoiamo!
La strada è ancora lunga purtroppo, ma a dire il vero non poi così lunga e sarei disonesto se dicessi che non abbiamo compiuto ampiamente il giro di boa; e questo va detto senza mezzi termini.
Dopo tanti lavori “di sentina”, ovvero tutto quell’amabaradan normalmente nascosto all’occhio del visitatore, ma che di fatto costituiscono il cuore della barca, la “salute” del veliero e dunque di un’importanza indiscutibile, poi arriva il momento del diletto (per modo di dire); quei lavori che ripagano l’occhio e ti fanno intravedere (o illudono chi può dirlo) nettamente la luce in fondo al tunnel.
Verniciare gli interni della barca (una parte) rientra a pieno titolo in detta categoria.
Perché la vernice e non ripristinare lo skai
Rebound era rivestita di skai da cima a piedi; tra l’altro un tessuto scamosciato, molto lussuoso, sebbene d’antan.
E molte zone fisse, tolti i celini di cui farò un articolo a parte, erano per l’appunto rivestite di questo materiale che a essere sinceri, non escludo potesse essere vera pelle!
E già, perché ricordo che qui non si badava a spese (in alcuni casi “purtroppo”) e dato che la divaneria stessa era (è?!) tutta di vera pelle, ci sta che anche lo skai… non fosse skai. Tant’è che ne abbiamo conservato qualche scampolo tolto qua e là, da destinare forse ai nuovi copri arridatoi.
Mentre i celini sono “facili” da ripristinare con nuovo materiale, le parti fisse richiedono molta precisione: tagli, anzi pre-tagli “realizzati al computer”, e applicazione di colla a modino, per poi apporre la similpelle con destrezza, organizzazione, spessori sagomati a spingere e mooolta fortuna.
Questo dopo aver tolto la vecchia colla infestante il povero legno e dunque sperando che il primo – nuovo – colpo vada a buon fine, dato il lavoro immane e penoso che comporta l’asportazione del vecchio adesivo.
E poi c’è una ragione salutistica: visto lo sforzo fatto sin qui, nel rendere Rebound la più naturelle possibile (vedi gli isolanti alla canapa e sughero: se ti sei perso l’articolo eccolo qui e il video qui), preferivamo andare di vernice a base d’acqua e tenere il legno a vista. Considerando poi che molte zone godevano di buona salute, dopo adeguata carteggiatura e stuccatura.
Carteggiatura del legno
Diciamolo subito, se c’è un lavoro pessimo da affrontare questo è proprio la carteggiatura del legno.
Fintanto che si effettua su pannelli amovibili e quindi semplici da portare all’esterno, l’operazione può anche risultare piacevole.
Ma quando riguarda il mobilio interno di una barca, ebbene qui la situazione cambia drammaticamente.
Chi non si è mai cimentato, non può avere la ben che minima idea della polvere che si genera: fidatevi, spaventoso.
E ben sapendo ciò, la prima operazione consiste nel ricoprire ogni zona da proteggere con teli di platica (sigh), isolando al massimo ogni angolo e anfratto, dato che la polvere è minuscola, subdola e invade ogni cosa.
Dopodiché si passa a se stessi: tuta, maschera, occhiali, guanti.
Si inizia.
Per alcune zone abbiamo utilizzato un vecchio “phon di mio padre”: no, non per i suoi capelli che, poverino, ne aveva meno di me; mi riferisco alla pistola ad aria calda della Black&Decker, che custodisco gelosamente da quando, nel ’94, papà ci lasciò; considerando che come minimo lui l’aveva da almeno 15 /20 anni, fatevi voi il conto di che razza di strumenti producevano una volta. A parità di marca…
Başak dunque al phon e io al raschietto.
Dicevo della vecchia colla: quando è molto secca, il calore ne favorisce il distacco, a patto di utilizzare con attenzione la pistola e il raschietto.
Laddove invece la colla è meno secca, diventa un lavoro schifoso e penoso; al punto da abbandonare la tecnica e rimettersi alla cara e vecchia rotorbitale. E quando il tutto si impasta, a causa della colla, non resta che armarsi di molta pazienza, tanto sudore e procedere centimetro dopo centimetro. Ripeto, un lavoraccio.
Per farla breve dopo giorni di polvere e stuccatura, si arriva al momento della verniciatura: ovvero si tolgono i teli, si aspira in ogni dove, si passa un panno antipolvere sulle superfici e a chiudere con un panno umido, al fine di rimuovere gli ultimi residui.
Verniciatura degli interni
Nella nostra carriera di “pittori” i risultati non sono stati sempre in linea con le aspettative; all’inizio per imperizia e successivamente a causa del fatto che la stesura a rullo (per non parlare del pennello), non consente di ottenere la stessa qualità della vernice data a spruzzo. Questo per quanto riguarda gli esterni e le parti in alluminio.
Con il legno in effetti la storia cambia un po’.
Difatti e per fortuna il materiale nobile per eccellenza accetta di buon grado il rullo, in genere a pelo corto: tipo questi qui.
Ma la vera differenza la fa la vernice. Una vernice scadente può restituire un lavoro altrettanto discutibile.
E dopo l’immane preparazione e carteggiatura, vi assicuro che nessuno avrebbe voglia di ripetere l’Odissea.
Ed è stato per puro caso che chiedendo agli amici, Nino se ne è uscito con la Bygryps: “Giampaolo è una ditta seria e i suoi prodotti sono di alto livello”.
Incuriosito li contatto e poco dopo mi richiama Giordano Bisciotti, uno dei due titolari insieme alla sorella Gloria, il quale si presta a fornirmi consigli molto accurati sui prodotti da utilizzare.
A quel punto, con nostra felice sorpresa, Giordano da appassionato di mare e vela qual è, si è entusiasmato del 3R Project, decidendo di salire a bordo insieme alla sua Bygryps! E dunque benvenuti, sono certo che insieme faremo grandi cose.
La nostra idea era quella di ottenere una tinta dei legni il più vicino possibile al colore del nuovo skai dei celini; per far ciò ne abbiamo spedito un campione presso la sede dell’azienda, a Perugia, dove riescono a ottenere esattamente lo stesso colore. Fantastico.
Il prodotto consigliato da Giordano è una resina poliuretanica bicomponente a base acqua, quindi perfetta per gli interni.
Le caratteristiche sono chiaramente migliori rispetto alle monocomponenti e la durata nel tempo incomparabile; oltre ad essere resistente ai raggi UV, il che in barca è d’uopo.
All’inizio non nascondo fossimo un po’ perplessi, in quanto la parola “bicomponente” sottintende spesso molta più attenzione; l’indurente agisce accelerando per l’appunto l’essiccazione della vernice, nel mentre hai ancora bisogno di stenderla; l’applicazione allora diventa più problematica e i peli del rullo, nonostante pre lavati (fatelo sempre) tendono ad appiccicarsi al risultato finale: molto, molto fastidioso.
Per cui un po’ in punta di piedi abbiamo accettato il consiglio che, va detto, è stato molto preciso: “avendo questa vernice un rapporto di 3 a 1 (3 parti di componente A e 1 dell’indurente B), vi consiglio di munirvi di una bilancia”, queste le parole di Giordano.
Prodotti arrivati, forza e coraggio si parte.
Muniti di una bilancia da cucina già in nostro possesso (grazie mamma), procediamo con l’attenzione di chimici esperti, alle prese con alambicchi e misteriose pozioni…
Scherzi a parte, tolto qualche piccolo trucchetto che vedrete nel video, di fatto l’operazione richiede sì precisione, ma il tutto si rivela molto semplice: nella vaschetta destinata al rullo, una volta creata la tara sulla bilancia, si mescolano ad esempio 90 grammi di A, 30 grammi di B e a chiudere un 10/15% di acqua, quindi diciamo 15 grammi, per un totale di 135 grammi di composto; si mescola bene e fine della preparazione.
Rullo di tamburi e… Incredibile! La vernice si stende che è una meraviglia, di bolle nemmeno l’ombra e la sensazione a primo acchito è di avere a che fare con qualcosa effettivamente di alto livello.
Va bene non parliamo troppo presto, attendiamo qualche minuto e vediamo quando inizierà a “incollarsi” e a generare pelucchi.
Ma nulla la Bygryps continua a fare il suo dovere rimanendo pressoché inalterata fino alla fine, e intendo proprio l’ultima goccia di vernice presente nella vaschetta. Vi sembrerà pubblicità dovuta, ma non è così; quando un prodotto non vale, la partnership nemmeno si genera: restituiamo il ricevuto e ringraziamo cordialmente.
Proprio perché non possiamo minimamente rischiare di inficiare tutto il lavoro che stiamo facendo su Rebound: ogni rondella o componente elettronico deve essere di qualità, indipendentemente se recuperato, di seconda mano o nuovo.
Tornando quindi alla vernice, già dopo la prima mano notiamo uniformità e spessore.
E passaggio dopo passaggio il colore dei nostri legni non solo arriverà a quanto desiderato, ma l’effetto finale è sorprendente, superando le nostre aspettative: per la prima volta in vita nostra, sembra vernice data a spruzzo!
Ora, per quanto possiamo essere stati abili io e Basak a preparare i legni (carta fino a 240) e a stendere la Bygryps con l’esperienza che non ci difetta, incrociando le passate e via dicendo, cose già fatte in altre occasioni e altri prodotti, vi garantisco che gran merito evidentemente va dato alla vernice.
Mai come in questo caso direi di far parlare le immagini e con l’occasione ringrazio Giordano per la consulenza, la presenza costante nelle varie fasi e complimenti sinceri alla sua Bygryps, i cui prodotti a questo punto non vediamo l’ora di continuare ad utilizzare anche per i masselli e i paglioli (stessa resina, ma trasparente). Inoltre vi invito a visitare il loro sito perché non si occupano solo di vernici, ma forniscono tutta una linea di prodotti sempre legati alla cura della barca, tra cui tessuti da laminazione, lucidatura e antivegetative.
Per quanto riguarda invece noi e come da premessa, posso dire che iniziamo a intravedere la luce in fondo al tunnel ed ha un colore bianco, tendente al beige 😁
Godetevi il video e sempre Reuse, Reduce, Rebound!
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che lavoro ragazzi… meno male che ci sono queste fantastiche ditte e proprietari di ditte in italia che stanno dando un grande aiuto!!
Lo puoi dir forte, davvero
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SIETE MAGGICI !
Ahaha come se dice a Roomaaaa🤣🤗