Alessandro ci pone una domanda tecnica molto interessante riguardante l’asportazione di vernice su una barca in alluminio

Risponde Giampaolo

Ciao Giampaolo, buongiorno. Come ti dissi a suo tempo ho acquistato un 435 (Alubat Ovni n.d.a.). Vedo che la tua barca giustamente è quasi tutta senza la copertura della vernice. Io il prossimo anno vorrei levare tutta la verniciatura. Te che sistema hai usato? Sabbiatrice normale, sabbiatrice ad acqua o più semplicemente sverniciatore e tanto olio di gomito? Ti ringrazio in anticipo per un tuo eventuale consiglio e buon vento. Alessandro

Ciao Alessandro, lasciami intanto dire che ti stai accingendo a un’operazione molto importante e definitiva. Importante in quanto ti richiederà parecchio impegno, definitiva proprio perché tutti i sacrifici che produrrai a tal scopo, verranno ripagati con la ‘definitività’ del risultato: mai più problemi con la vernice, e nessuna schiavitù nel pulirla, “rinfrescarla” e tutti gli altri dettagli che immagino conoscerai bene.

Iniziamo quindi.

L’alluminio è uno splendido materiale per navigare, robusto e leggero al contempo (parliamo a onor del vero di una lega di alluminio e magnesio) ma anche facile da perforare con un trapano e quindi più delicato dell’acciaio per intenderci. La sua caratteristica principale è che ‘si abbozza, si deforma, ma non si rompe’, ovviamente fino ai limiti del possibile. E ciò come anticipato, si riflette sulla tenerezza del materiale.

Significa che se utilizzassi una mola o un dischetto abrasivo tipo carta vetrata da smerigliatrice, come per un acciaio, ti ritroveresti con una riduzione di spessore considerevole.

Insomma abbiamo capito che bisogna stare attenti.

Ed è anche per questo che le operazioni di sverniciatura classiche tipo sabbiatura sono a mio avviso da sconsigliare. Esistono è vero delle sabbie molto tenere, che utilizzate con una certa perizia, possono produrre un ottimo e veloce risultato. Ma appunto c’è bisogno di “attenzione” e ameno che non procediate da soli facendovi la mano magari prima, con una lastra di alluminio che non sia della vostra barca: è un rischio che non correrei. Inoltre a risultato finale vi ritrovereste con le lamiere esteticamente “abrase”, ruvide, scordandovi quindi l’effetto tipo ‘Alubat’ tanto apprezzato.

L’alternativa valida sarebbe la ‘crio sabbiatura’, che è la tecnologia utilizzata per togliere graffiti et similia dai monumenti: ma è molto costosa.

Dunque rimaniamo con la solita carta vetrata (non sia mai) o con i dischetti di ‘capelli di nylon intrecciati’ tipo 3M: ne impiegai circa 60 per la mia Yakamoz di 41’.

Questi dischetti speciali hanno un costo non indifferente, ma garantiscono l’asportazione della sola vernice e non dell’alluminio. Vanno utilizzati con la smerigliatrice, ma trattandosi di alti giri, anche qui devi andarci delicato, altrimenti ti porti via anche l’alluminio: non in modo grave come la spazzola abrasiva di cui sopra, ma insomma meglio avere le mani ‘morbide’.

L’operazione tra l’altro sarà anche abbastanza veloce se parliamo di zone limitate o se vi fate dare una mano da qualcun altro. Io da solo, impiegai circa 25 giorni, 8 ore al giorno almeno, per venire a capo dell’opera viva.

Preparatevi con tuta, guanti, occhiali e maschera con filtri, poiché di polvere ne farete parecchia e ciò a significare anche che la sverniciatura non potete effettuarla dappertutto, ma preferibilmente o lontani da altre barche, o provvedendo a una copertura della zona (tendoni ecc.).

I dischetti vanno sì consumati ma non fino all’osso: ve ne accorgerete quando i ‘capelli di nylon’ faranno intravedere il collante bianco.

Dopodiché pulire bene con acqua e sapone e vi ritroverete una superficie magnifica, liscia e ben rotata, tanto da desiderare rimanga così per sempre: ma ahimè non accadrà, o quanto meno l’effetto si affievolirà con il tempo, proprio per la capacità della lega di auto proteggersi e quindi ossidarsi.

Per le zone dove non potrai arrivare con i dischi, utilizza lo stesso materiale ma previsto come utensile per trapano. E se anche con questo non dovessi riuscirci, vai di Multi Master, e i suoi utensili con carta vetrata (grana 80 e 120). Oppure a mano con raschietti e carta vetrata, o con attenzione utilizzando i classici svernicianti chimici a pennello.

Purtroppo i cantieri di grido per vendere meglio e strizzando quindi l’occhio all’estetica, spesso hanno la cattivissima idea di verniciare anche nei gavoni e gavoncini esterni, asse timone e tanti altri pertugi e zone difficilissime da carteggiare: in questi casi e solo per tali zone, laddove tu non sia riuscito a risolvere con i sistemi anzi detti, per un risultato perfetto e totale, ricorrerai alla sabbiatura.

C’è un ultima idea che probabilmente proverò a breve, e di cui al momento non posso portarti esperienza: la sabbiatura con il bicarbonato. L’attrezzatura costa molto meno della crio, ma di bicarbonato ce ne va davvero tanto, per cui non so all’ultimo quanto valga la pena rispetto al ghiaccio secco, e dal risultato tutto da verificare. E poi occorre una pulizia profonda per eliminare i residui di bicarbonato dalla barca: ma certo non avrai problemi di digestione per diverso tempo.