Iniziamo l’impianto idraulico

Acqua, acqua, acquaaaaa!
Benché ancora senza serbatoi (sembra un’altra epopea dopo il motore che ora è bello lì seduto e coccolato ad attendere di fare brum brum), abbiamo messo mano a uno dei lavori più importanti e senza dubbio necessari.
E per realizzarlo ci affideremo al sistema di tubi e raccordi rapidi della nota marca “Whale”, (li potete trovare qui) messi a disposizione dal sempre presente sponsor Nautica Più di Marco Mancini.

Perché gli attacchi rapidi e cosa sono

Su Yakamoz, la nostra prima barca, l’impianto era realizzato con il classico sistema a tubi retinati, portagomma e fascette; che se da una parte la loro reperibilità è molto semplice e in ogni dove, le criticità sono tante.
1) Innanzitutto l’utilizzo smodato di fascette inox, le quali oltre ad avere un costo oramai simile agli anelli d’oro, sono foriere di smoccolamenti vari, dovuti al solito cacciavite che, non oggi, non domani, di certo dopodomani si infilerà in un dito… nonostante i guanti.
E poi diciamocelo, avvitare decine se non centinaia di fascette, non è mai un divertimento; special modo quando bisogna lavorare sotto i lavandini dei bagni e della cucina, luoghi tipicamente estremamente scomodi.
2) Poi c’è il fattore tubo retinato: è soggetto a muffe; con il tempo i tubi si anneriscono e producono persino alghe, facilmente riscontrabili nell’utilizzo quotidiano dell’acqua sanitaria; ricordo ancora i primi tempi quando per lavarsi la faccia, si doveva fare scorrere parecchia acqua prima che questa divenisse un po’ fruibile
È vero ci sono i tubi sanitari ad hoc, morbidi, blu per l’acqua fredda e rossi per la calda; ma il costo non è irrisorio e comunque non c’è garanzia al 100%.

Con il sistema ad attacchi rapidi della Whale (o della John Guest), non solo l’impianto è un gioco da ragazzi, ma la è garantita dalla tipologia dei tubi semi rigidi in polietilene.
Le fascette poi sono un lontano ricordo e si impiegano solo per alcune eccezioni, per le quali la Whale ha messo a punto raccordi con portagomma da una parte e attacco rapido dall’altra.
I flessibili dei miscelatori, i classici tubi morbidi in acciaio inox, escono normalmente con una femmina filettata da 1/2″ o da 3/4″; anche per questi esistono gli attacchi ad hoc.
Insomma sul serio, tutto molto semplice e, mi auguro, affidabile.
E sì, questa è forse l’unica nota dolente: il dubbio!

Mentre con il sistema classico a tubi e fascette, si ha subito la sensazione di affidabilità nella tenuta, dovuta proprio alla stretta meccanica applicata (di frequente a guisa di Ercole), qui sembra quasi che la tenuta avvenga per volontà divina.
Quando si innesta il tubo nel raccordo, senza una particolare pressione, ci si chiede se si stia sbagliando qualcosa; “forse devo spingere di più… ma nulla, più di così non va”; “forse i raccordi sono rotti” e via di questo adagio. Fino a quando poi non si prova a tirar fuori il tubo appena “appoggiato” nel raccordo, magari perché ci siamo sbagliati con la lunghezza o altre esigenze.
Ebbene lì nemmeno Ercole in persona riuscirebbe a tirarlo via; ma basterà spingere all’indietro la flangetta di plastica, con la forza di una farfalla, e il tubo magicamente si libera dalla stretta. Ed ecco svelato l’arcano: la conicità e un o-ring che va ad abbracciare il tubo a ulteriore garanzia di tenuta (sempre dita incrociate).
Ma c’è un’avvertenza: il taglio dei tubi deve essere pulito e per assicurarsi di ciò, sconsiglio di affidarsi al classico taglierino, ma bensì a questa forbice tagliatubi specifica che oltre a essere molto comoda e rapida (e poco pericolosa), garantisce la suddetta precisione.

E così gomito dopo gomito, T dopo T e tubo dopo tubo, l’impianto idraulico pare volgere al termine, pur con qualche inevitabile quanto classico contrattempo: basta un T mancante e la soddisfazione di “chiudere” almeno una cosa in barca, va a farsi benedire.

WC ELETTRICI!

Argomento molto interessante che ha sorpreso noi per primi.
Essendo parte integrante dell’impianto idraulico, abbiamo dovuto metter mano anche “all’evoluzione del bugliolo”.
Anticamente (e ancora oggi in caso di guasti) il buon caro vecchio secchio, assolveva all’ingrato compito di accogliere le deiezioni umane… solide.
Oggi ci siamo evoluti ovviamente, e il sistema del wc marino, quello classico con pompa manuale, viene “abbracciato” (simbolicamente) da altri settori, camper su tutti.
Ma la vera evoluzione dell’era moderna è il wc elettrico.

Un piccolo passo indietro.
Rebound originariamente era dotata (nemmeno a dirlo) di splendidi wc elettrici della Tecma, la società leader di tali sistemi.
Quando siamo andati a smontarli, automaticamente abbiamo dovuto porci la fatidica domanda: cosa fare?
La predisposizione dei Tecma (un wc elettrico differisce un po’ in termini di impiantistica rispetto al manuale) c’era già e oltretutto dovevamo affrontare il futuro sanitario, facendo tesoro dell’esperienza.
Mi spiego meglio.
Molto, molto sinceramente non avrei mai pensato a un wc elettrico, perché sono un tifoso dell’adagio “quel che non c’è non si rompe”.
Tuttavia, a meno di parlare del bugliolo di cui sopra, un wc ci sarà sempre; e altrettanto onestamente, ricordo quante volte abbia dovuto metter mano alla pompa, smontandola, pulendola… più varie ed eventuali: operazioni di fatto poco simpatiche.
L’altra componente era legata all’interazione con il serbatoio acque nere; accoppiata che “sublimava” nella triade wc manuale + serbatoio acque nere + ospiti.
Sebbene ci producessimo in dettagliate e di frequente pedanti spiegazioni sul funzionamento, in considerazione anche del serbatoio – piccolo – dove far confluire il ben di Dio, capitava sempre la persona poco avvezza o, diciamocelo senza indugio, del tutto imbranata; la quale, pompata dopo pompata, riempiva da sola il serbatoio; talvolta facendo persino tracimare dallo sfiato fuori bordo, tutto quel popò di… popò.
Tuttavia il richiamo del modello manuale era molto presente in noi; ma per essere fedeli il più possibile al “Reuse”, e in considerazione delle riflessioni di cui sopra, volevamo provare a riparare quel che c’era già.
E fu per ciò che contattammo la Thetford Marine – Tecma, al fine di verificare il da farsi.
Parlando al telefono con lo staff, purtroppo emerse che tutta la componentistica elettronica e le stesse pompe-maceratrici, non potevano recuperarsi; e una loro riparazione sarebbe stata praticamente impossibile o troppo onerosa.
Ecco che si prefigurava di passare ai mai disdegnati wc manuali, in quanto, pur volendolo, non avevamo le risorse per acquistare due Tecma nuovi.
È lì che accadde l’impensabile.
Avevamo spiegato al gentilissimo Team della Tecma il nostro progetto e dunque la forte probabilità di dover accogliere persone totalmente avulse dal mondo nautico (bambini compresi), date le conferenze e esperienze che produrremo ai fini divulgativi; furono loro a sottolineare il fatto che i sistemi manuali avrebbero potuto produrre rotture e disagi, con oneri sotto tutti i punti di vista, sostenibilità compresa.
Giuste osservazioni che coincidevano con la nostra esperienza; ma rimaneva il problema economico.
A quel punto e con nostra immensa gioia, la Thetford Marine si è messa a disposizione per fornirci due sistemi nuovi, completi di tutto, bidet incorporati compresi: wow!
Essendo la Tecma il top a livello mondiale dei wc elettrici, la cosa ci tranquillizzava e non poco, guardando al futuro e all’affidabilità: la qualità che dura nel tempo.
Grazie Thetford Marine! Divenuto ovviamente nostro graditissimo sponsor.

E dunque con molta pazienza eccoci a installare anche i nuovi wc elettrici, di cui stiamo preparando un succoso tutorial e prova pratica (tranquilli, solo con l’acqua).

La generosità delle aziende e delle persone non finisce qui, e avrò il piacere di parlarvene molto presto.
Nel frattempo portate pazienza se gli aggiornamenti vanno un po’ a rilento, ma ciò significa che stiamo lavorando e il tempo per scrivere gli articoli mi difetta, con mio enorme dispiacere. Per contro attraverso i canali social, tra una foto e un video, riusciamo a tenere testa più facilmente: vi ho avvisato più volte eh, non dite che non ne sapevate nulla! Scherzi a parte, affacciatevi anche sui social, dove troverete molti contenuti simpatici e interessanti.

Un’ultima notizia che sono certo vi farà molto piacere: l’altro nostro sponsor Canapuglia, ha deciso di offrirvi i suoi prodotti e parliamo di TUTTI i suoi prodotti, scontati del 10%!
Se andate a verificare sul sito, troverete una miriade di articoli tutti autoprodotti e a base di canapa, quindi naturali e sostenibili: si va dal burro di cacao, agli asciugamani; dai pannelli isolanti a splendidi tessuti antichi e non; dai taralli, al caffe, agli oli e persino il panettone a base di canapa.
Fidatevi rimarrete sbalorditi.
Per ottenere lo sconto dovrete solo inserire il codice che ovviamente è: 3RPROJECT

A breve anche altre aziende che hanno deciso di partecipare in questa forma, a partire da NauticaPiù (vi aggiorneremo non appena pronti).

Come vedete Babbo Natale è già arrivato.
A prestissimo e come sempre Reuse, Reduce, Rebound!

 

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