24/10/2016

Ragazzi, parliamoci chiaro, non ce la faccio proprio.
Un po’ di tempo fa mi scrive un nuovo amico allarmato del fatto che la nostra avventura fosse finita, allarme dovuto al non aggiornamento del blog: lui che vorrebbe cambiar vita ha provato una fitta al cuore.
L’ho tranquillizzato spiegandogli che razza di blogger io sia a vantaggio magari questo si, della pagina FB dedicata al libro decisamente più attiva.
Ad ogni nuovo topic lo confermo, lo dichiaro ammettendo miseramente la mia inadeguatezza, e lo faccio anche ora: io non penso di poter aggiornare il blog più “in fretta” di così :-D. Scusate.
Invidio chi vi riesce, probabile abbia più tempo di me, una predisposizione differente, o forse tanta voglia di raccontare, o metodo e costanza. Chapeau a loro e bacchettata a me.
O meglio, preferisco intendere il mio blog come l’occasione per scrivere a un amico, dopo un po’ di tempo che non ci vediamo, sentiamo. Mi da più gusto e anche, se questo possa essere un pregio non lo so, sintetizzo gli avvenimenti, senza costringerlo ad ogni menata quotidiana.
Cari amici spero riusciate ad apprezzare quindi le mie “lettere” chiedendovi il piccolo sforzo di non avere aspettative da classico blog, piuttosto una cassetta postale dove ogni tanto andare a controllare se quel matto di Giampaolo vi ha scritto qualche nuova. Grazie per la comprensione.

 Vediamo per cui di iniziare.
In gennaio abbiamo fatto un salto in Portogallo, a trovare una coppia di amici italiani che hanno residenza a Porto. Grazie a Ryanair la vacanza low cost è fattibile.
Ebbene l’esperienza è stata talmente positiva che contiamo di riandarci il prossimo inverno (praticamente a breve), per verificare alcune possibilità, nuovi potenziali progetti in questa terra meravigliosa dove ancora oggi si può vivere con poco.
Ed ecco il punto, con nostra sorpresa ci siamo resi conto che qui la vita è sostenibile, sempre che si sia disposti ad apprezzare la morigeratezza: 2 caffè e una “pastel de nada”, seduti al tavolo, in pieno centro di Lisbona come se fosse Via Condotti a Roma, 2,20€.
Provvediamo alla spesa senza patemi d’animo come invece potrebbe avvenire in Francia e a volte in Italia, questo il risultato: 22,34 €!

Credo che i fatti più di mille parole possano parlare esaurientemente oltre il non trascurabile dettaglio che siamo in una terra molto ospitale e dal clima invidiabile.
Ok, vi sapremo dire successivamente, al momento Portogallo promosso a pieni voti.
Arriviamo a Marmaris in aprile e come ogni anno Yakamoz esige l’obolo degli interventi di varia natura, dall’ordinaria alla straordinaria manutenzione. Voce quest’ultima tradotta nell’applicazione di tread master sulla coperta, nuovi pannelli fonoassorbenti per il motore, paioli nuovi sotto i letti delle cabine di poppa e tanto altro, per quella che oramai è una barca a tutti gli effetti refittata e ottimamente manutenuta, senza falsa modestia.

Bene, si parte a fine aprile e l’avventura inizia con l’esplorazione di nuove zone, per noi, che l’Egeo ci regala costantemente: non smetterò mai di ripeterlo, girare e bene queste acque richiederebbe un’intera vita.
Rodi, Chalki e Alimia coccolano le sante lamiere di Yakamoz che fa sempre il suo dovere.

Pian pianino si sale verso Orhaniye dove caliamo l’àncora preparandoci a una botta da S, classico di fuori stagione.

                                 

La sintesi è d’obbligo in quanto il rischio di ridondanza è enorme: baie incantate, acqua già tiepida, delfini, foche persino (nel golfo di Marmaris) e paesini incantevoli oramai sono la normale cornice del nostro girovagare.
Inizia l’estate, giugno ne certifica l’affermazione, e i primi ospiti mettono piede a bordo.
Abbiamo quasi sempre la fortuna di accogliere belle persone, siamo orgogliosi di ciò. Sarà perchè la rigida selezione che effettuiamo a monte screma gli “inadeguati”, sarà che spesso trattasi di aspiranti “cambiatori di vita”, sta di fatto che l’ambiente è fondamentale per la giusta riuscita di una vacanza ideale, e noi ce la mettiamo tutta affinché si raggiunga l’obiettivo (ci scusiamo se non riusciamo sempre nell’intento, siamo esseri umani anche noi con tanti limiti 😀 ).
A rischio di sembrare smielato, quando entri in contatto con individui speciali, ti senti pieno e speranzoso: l’umana specie non è il genere vivente migliore che questa povera terra si è dovuta sorbire, ma per fortuna al grido di “non si deve buttare il bimbo con i panni sporchi”, di bimbi bellissimi ce ne sono parecchi e a noi piace coccolarli.
Grazie a tutti voi di averci scelto, grazie soprattutto per voler scegliere una vita differente, più sostenibile e in armonia con la natura. L’augurio a che vi riusciate ognuno con le proprie peculiarità e progetti, è sincero, oltre promettervi come sapete ogni possibile aiuto o consiglio allo scopo.
Nel frattempo la rotta di Yakamoz si incrocia con quella di Mediterranea: due dei suoi soci finaziatori sono i nostri amici Mauro e Laura, altra bella coppia pronta a mollar se non tutto, molto, fantastici ospiti insieme a tutto l’equipaggio, capitanato dall’esperto lupo di mare Filippo.
Buon vento e buon divertimento ragazzi.

Luglio entra prepotentemente nel film “estate 2016” e porta con se due sorprese, una brutta, l’altra lietissima.
Il giorno16 come molti sanno tentano il golpe in Turchia contro Erdogan. Fallisce dopo poche ore, ma le sensazioni di quei momenti sono inspiegabili. I parenti di Basak hanno riferito molti episodi sconcertanti, anche solo per il fatto di trovarsi con aerei da guerra svolazzanti sulle teste a pochi metri. Chi come noi si trovava in acque turche verso le 2 di notte si prodigava in un passaparola continuo, al fine di carpire verità, aggiornamenti da cui trarre idee e strategie sul da farsi immediato.
Quando si parla di golpe, salta ogni schema. Non esistono più i riferimenti e di conseguenza forte è l’esigenza di avere risposte pronte e chiare sul futuro.
Non entro nel merito della vicenda, troppo politica e fuori luogo in questa nostra piccola sede che vuole parlare solo di mare: un giorno però pubblicherò un pezzo specifico inclusa un’avventura capitataci piena di adrenalina.
I giorni successivi normalizzano il quadro e gli schemi di cui sopra in qualche maniera sono riapparsi, un po’ più fragili, ma sufficienti a consentire il normale svolgimento della quotidianità.
La Turchia è un paese inimmaginabile per le sue tante bellezze, la natura lussureggiante e gli angoli ancora oggi incontaminati e gente sempre ospitale pronta a darti una mano se serve. Tuttavia il pacchetto va preso così com’è, il che conferma le eterne contraddizioni di questo paese. Sulla costa poi c’è gente, come il caso degli amici Renato e Ivana, che non hanno avuto alcun sentore del golpe: dopo una settimana Renato mi chiama per chiedermi come stessimo e dove ci trovassimo.

Loro erano a Gocek, incredibile golfo a S di Marmaris. Dopo i soliti convenevoli sono io a chiedergli come avesse vissuto quegli attimi difficili. Lui risponde “quale golpe?”. 😀
Non scherzo, loro erano all’àncora beati e sereni insieme a molte altre barche di turchi e stranieri, e non avendo internet, non ne sapevano niente.
Incredibile vero?
Questa è la Turchia, o meglio anche questa: prendere o lasciare. Solo che se lasci perdi molto.
Insomma non la voglio far facile, assolutamente, e non posso trasferire il modus vivendi da noi acquisito in molti anni. Però va fatta un’analisi serena per quanto possibile, tra rischi e vantaggi.
Riporto un altro aneddoto accaduto durante quel periodo.
In un gruppo FB di vela una ragazza apre un topic per chiedere agli altri opinione sincera sull’opportunità o meno di confermare il charter già prenotato da tempo proprio nella zona di Gocek.
In molti si prodigano nei più disparati consigli, tra cui ovviamente capitano quelli senza nessuna base di esperienza diretta.
Mi sento chiamato in causa, chi meglio di noi può consigliare l’amica?
Cerco di farlo nel modo più equilibrato possibile, dandole un’opinione franca e anzi spiegandole che ufficialmente dovrei sconsigliarla, ma anche che noi ci trovavamo a galleggiare li, e che diverse persone avevano confermato di voler salire a bordo di Yakamoz per una vacanza in acque turche.
Spesso poi c’è la giustificata paura del terrorismo oramai troppo in auge nel mondo attuale. Io rispondo sempre che tanti turisti si sentivano felici e tranquilli a Nizza, purtroppo. E che al di la delle trombe mediatiche, interessate più a vendere e a rimestare senza obiettività piuttosto che a dare vere informazioni, non bisogna mai dimenticare il valore statistico degli eventi.
La paura non può basarsi sui titoli ciclopici dei giornali, ma sui numeri. Diversamente allora non recatevi più dal medico curante, in quanto “statisticamente” è molto più facile rimetterci le penne per l’errata prescrizione medica che per un attentato. Fate voi.
La ragazza, ho saputo dopo, che non ha rinunciato al charter e anzi mi ha ringraziato per non averle fatto perdere quella che sembra essere stata un’esperienza magnifica, per merito della proverbiale accoglienza turca e le splendide acque, paradisiache.
Cara Martina è stato un piacere, ma come ti ho già scritto, è stata una tua scelta, io ho cercato di fornirti tutti gli elementi per la corretta valutazione.
E veniamo finalmente alla parte buona di luglio, ovvero l’incontro dopo 3 anni con gli amici Rick e Barbara.

Li conoscete dal libro (così come Renato e Ivana), dopo un peregrinare in Italia e Croazia sono tornati a fare un saluto proprio alla Turchia, di cui rimasero incantati a suo tempo, e dicono loro, per incontrarci forse un’ultima volta, quanto meno via mare.
Si perchè il loro programma li vedrà pian piano tornare in Florida dove hanno casa, dopo una molto probabile esperienza caraibica.
Trascorriamo insieme diversi giorni in armonia parlando di tante questioni, e progetti comuni chissà.
Salutarli è stato difficile, come ogni storia umana finisce, si trasforma, i rapporti di amicizia nati in mare seguono la corrente per natura. Vanno presi e vissuti con intensità nell’istante preciso, perchè poi la distanza potrebbe reclamare tanto tempo prima di un nuovo incontro. Un antico detto marinaro d’altronde recita “fai in modo che la mano dell’amico non si scaldi nella tua”, bellissimo quanto melanconicamente vero.
I giorni passano, i vari ospiti ci danno da fare, piacevolmente, e come anticipato il nostro forziere di ricordi e esperienze cresce, straripa, rendendoci sempre più pieni e orgogliosi della scelta fatta a suo tempo.
Il tempo vola sul serio, e che ci crediate o meno quest’anno non sappiamo minimamente come abbiamo fatto ad arrivare a ottobre, assurdo. Durante gli ultimi mesi ho strappato spazio solamente per onorare un impegno preso con il caro amico Valerio Lo Monaco, direttore dell’invidiabile rivista “Il Ribelle”, fondata da Massimo Fini, luogo di informazioni libere, obiettive e per quanto possibile anarchiche. Quale posto migliore per me?! Onorato di parteciparvi.
Ho scritto due saggi in versione ebook per fare il punto su alcune questioni, risposte anche ai tanti dubbi che orbitano intorno alla scelta di vivere con poco: si, c’è ancora qualcuno che pensa non “si possa fare”.

Una rotta possibile
A conti fatti chi è il barbone?

E, finalmente per gli stanchi lettori, eccoci a fine settembre. La stagione imbarchi 2016 è stata piena per i nostri standard, e si conclude con gli ultimi amici; con loro normalmente ogni anno chiudiamo la stagione, ed è un vero piacere in quanto sono degli zii acquisiti, il più “adulto” ha 80 anni e Yaka si trasforma per una settimana in Villa Arzilla 😀 (gli zii perdoneranno la battuta senza meno).
Oramai soprannominato il gruppo TNT di Yakamoz.

E infine grazie!
Grazie a tutti coloro i quali hanno avuto il piacere di venirci a trovare, grazie ai lettori del libro sempre in auge e sempre in ottima posizione nelle classifiche di Amazon & c., grazie a chi parla di noi, a chi ci porta come esempio (non sapete cosa state facendo), e a chi come Alessio e Eleonora hanno piacere a tributarci onori immeritati come il video seguente.

                               

Non dimenticate mai, “Si può fare”, sempre
Basak e Giampaolo