A Istanbul, antica Costantinopoli, si erge vicino alla maestosa “Moschea Blu”, “Santa Sofia“, un’antica chiesa bizantina convertita in moschea dagli ottomani e oggi museo da non perdere per chi si recasse nella megalopoli turca. La caratteristica di questa splendida costruzione risalente al 325 d.c. per volere dell’imperatore Costantino, è la classica cupola che essendo molto grande e imponente, sembrava un prodigio dell’ingegneria e architettura, visto il peso in questione. In realtà gli architetti greci Antemio di Tralle e Isidoro di Mileto utilizzarono un geniale ingrediente per favorirne la costruzione rendendola leggera all’inverosimile, e cioè la “pietra pomice” (oltre i mattoni di Rodi, dal peso di circa 1/5 di quelli tradizionali).

Tale materiale venne estratto nell’isola di Gyali, vicino Nisiros, e cioè dove siamo esattamente ora nel mentre scrivo il presente articolo: oggi l’isola rappresenta un riferimento turistico, un classico da visitare nonostante l’industria di estrazione sia in attività e a pieno regime. Ma lo scenario che ne scaturisce è davvero unico, e la “cattedrale bianca”, pur se artificiale poiché frutto degli scavi graduali divenuti strade necessarie ai camion, conquista con le varie sfumature specialmente al tramonto o meglio all’alba, quando i raggi del sole la illuminano di rosa.

 

Ed è in tale contesto che Eugenio Ruocco, bravo giornalista e redattore, mi avvisa via email che il numero del Giornale della Vela di Settembre, è in edicola. Ma la cosa sorprendente per noi, a distanza di 5 anni, cioè dall’uscita del libro “Si può fare”, è che ancora oggi ci sia l’esigenza di parlarne, di dar voce a questa scelta di vita che evidentemente in qualche misura offre delle risposte a chi è in cerca di un cambiamento. Insomma siamo un evergreen, inutile tacerlo, e con malcelato orgoglio sfogliamo le 8 pagine di servizio rivedendo gli attimi che ci hanno accompagnato sin qui.

Tante sarebbero le cose da dire, gli approfondimenti, che in un articolo benché estremamente generoso e ben fatto, per forza di cose non si possono scrivere, ed è proprio per questo che nasce SailyX.com, la piattaforma in cui stiamo mettendo tutto noi stessi, raccogliendo la partecipazione di chi vuole dare il proprio contributo alla causa. Mi ha fatto molto piacere che Eugenio abbia anche dato cenno del Fondo “Si può fare”, in quanto rappresenta per noi davvero un sogno realizzato ma più che altro da realizzare, sperando in una sua crescita costante, certi che ben presto potrà attivarsi a favore di chi ha bisogno.

Per cui eccoci qui, come se nulla fosse, in una dimensione parallela, strana, assurda, fuori dal contesto classicamente sociale, ma presenti e tra voi cari amici a cui speriamo di poter continuare a fornire qualche risposta e perché no attimi di simpatia e divertimento, grazie alle nostre piccole ma genuine avventure.

Buon vento a tutti e grazie grazie grazie per l’attenzione e la fiducia che continuate a regalarci.