Sono stato CB alla fine degli anni 70 inizio 80, se non sapete chi siano i CB, sono persone che ben prima che esistessero i social, avevano trovato un modo per dire stupidaggini pubblicamente, rimanendo a casa loro, ma anziché con la tastiera del PC, via radio a perfetti sconosciuti, esattamente come oggi accade con Facebook e gli altri social. Noi però eravamo più fortunati, utilizzando la voce non lasciamo traccia di ciò che avevamo detto ed un momento dopo niente rimaneva delle nostre parole.

Giova invece ricordare che un giorno tutti noi dovremo spiegare ai nostri figli ed ai nostri nipoti di come mai insistiamo perchè non prendano il vizio di fumare, ma Facebook ripropone tra i ricordi, i nostri selfie sotto braccio a Bob Marley…. (😁)

La radio è una compagnia fondamentale per chi va per mare, oltre ad ascoltare dei tanto utili, quanto barbosi, bollettini meteo, usciti dal campo di copertura della telefonia cellulare, e ammesso di non essersi dotati di un costosissimo telefono satellire, la radio trasmittente rimane l’unico mezzo di comunicazione utilizzabile.

Chi naviga lungo costa, difficilmente si troverà in assenza di copertura della rete di telefonia mobile o al più si troverà ad impegnare quella di qualche paese straniero, magari a costi da salasso, ma comunque in grado di comunicare.

Va messo in conto che le radio di bordo, VHF, sono concepite per essere impiegate in ambiente salino ed umido. Alcune radio portatili VHF sono realizzate addirittura in maniera stagna e garantiscono il loro funzionamento anche dopo essere state immerse nell’acqua di mare per diverse ore. Sfido il più costoso dei cellulari tra quelli che tutti abbiamo in tasca a resistere anche solo 5 secondi nell’acqua del WC di casa.

Per questo motivo la radio VHF di bordo non dovrebbe mai mancare e dovrebbe essere sempre verificata prima di salpare per qualunque tipo di navigazione.

Ogni tipo di “radio trasmittente” ha una sua “portata” ovvero la distanza che riesce a coprire fintanto che il suo segnale sia ricevibile in modo comprensibile da un’altra stazione radio. La portata è determinata dalla potenza di trasmissione che si esprime in WATT e dal tipo di antenna utilizzata.

La gamma di frequenza VHF utilizzata in ambito nautico è quella dei 156 Mhz in FM, questa banda di frequenza funziona sul principio della “portata ottica” la curvatura terrestre, quindi, sarà il primo dei limiti che incontreremo trasmettendo un messaggio via radio.

Per questo motivo, disporre di un antenna in testa d’albero, sarà senz’altro meglio che disporre di una antenna di gomma sulla radio portatile, o di un’antenna esterna fissata al pulpito della barca. Anche le condizioni atmosferiche influiscono sulla distanza di copertura di una stazione radio, ma su quelle, non possiamo, per il momento, intervenire in alcun modo. Un VHF di bordo “fisso” è solitamente molto piu potente di un VHF portatile, di solito gli apparati fissi dispongono di potenze tra i 25 ed i 100 Watt. I VHF portati invece dispongono di potenze comprese tra 1 e 5 watt.

– il VHF fisso di bordo, con antenna in testa d’albero, avrà una portata media di 10-20 km

– il VHF portatile, con la sua piccola antenna in gomma, avrà una portata media di 1 -3 km

Quindi riassumendo:

Radio = Sicurezza

Maggiore Sicurezza = Distanza coperta dalla radio

Maggior distanza di copertura = Radio VHF Fissa e antenna piu alta possibile

Non starò a ripetere le modalità di utilizzo della radio per i vari messaggi, MAY DAY – PAN PAN – SECURITE’ SECURITE’ ecc. invece vorrei soffermarmi sul modo di utilizzare il microfono ed il suo pulsante.

Avvezzi come siamo all’utilizzo del telefono cellulare, che consente la comunicazione “full duplex” ovvero si parla e si ascolta contemporaneamente, (caratteristica infinitamente utile quando state litigando con vostra moglie o con un amico e potete mandarvi a quel paese urlandovelo reciprocamente in contemporanea) la radio VHF di bordo, consente soltanto la comunicazione “simplex”, tranquilli, non è un’ herpes, significa soltanto che una sola stazione radio alla volta potra trasmettere, mentre le altre dovranno attendere che la frequenza sia libera, prima di poter fare altrettanto.

Per questo motivo infatti, si osserva il silenzio radio nei primi 3 minuti di ogni mezzora, al fine di consentire una più facile ricezione di eventuali messaggi di emergenza anche di stazioni radio con ridotta capacità. Questo è infatti il significato delle aree verdi e rosse che si osservano sui quadranti di molti orologi di bordo.

Da Rambo allo storico Sergente TJ Hooker, la televisione ed il cinema ci hanno sempre proposto conversazioni radio del tipo:

– Lone Wolf dacci la tua posizione, PASSO

Quel “passo”, ma nel mondo viene usato “over”, significa che state lasciando il pulsante del microfono e dalla trasmissione passando in ascolto.

In questo passaggio sovente si ascoltano messaggi radio tra imbarcazioni e il marina di zona dai contenuti tronchi e privi di significato:

– ….. fica2 sta lasciando il posto barca pass….

potete immaginare che l’addetto alla torre di controllo del Marina, oltre a sussultare e dispiacersi per la perdita, consulterà l’elenco delle barche in ormeggio al momento, senza capire quale barca stia effettivamente lasciando il suo posto.

Questo accade perché l’operatore radio a bordo di …fica2 non ha atteso il classico, ma fondamentale “secondo” tra il momento in cui ha premuto il pulsante della radio e quello in cui ha iniziato a parlare.

Se avesse premuto il pulsante di trasmissione, contato 1, e poi iniziato a parlare, il il messaggio sarebbe stato:

– magnifica 2 sta lasciando il proprio posto barca, passo…

è buona norma osservare la stessa regola del “secondo di pausa” anche al momento del rilascio, per non rischiare di troncare a metà l’ultima parola che pronunceremo.

Altro aspetto delle comunicazioni “simplex” col VHF è il fatto che, su un dato canale (frequenza) mentre due stazioni stanno conversando tra loro, una terza stazione che avesse urgenza di farsi ascoltare, non potrebbe intervenire nel rapido scambio di messaggi tra Magnifica 2 e la Torre di Controllo del Marina.

Questo problema può, però, essere ovviato grazie ad un’altra buona abitudine.

Attendere il solito famigerato “secondo” tra la fine della trasmissione del nostro interlocutore e l’inizio della nostra trasmissione.

Quel breve lasso di tempo di attesa genera infatti lo spazio necessario affinché una stazione terza, in difficoltà, possa inserirsi e farsi ascoltare.

Tenete sempre presente che tra le 1000 avarie e problemi che potrebbero verificarsi a bordo, alcuni potrebbero richiede interventi e soccorsi immediati e poter quindi farsi ascoltare rapidamente potrebbe essere determinante.

La vostra bocca dovrà trovarsi allineata al microfono palmare del VHF fisso o alla radio portatile di bordo. Scandite bene le parole, lentamente e con tono di voce deciso e volume sufficiente a coprire il rumore del vento o del motore.

Seguendo queste poche e semplici regole diventerete un radio operatore consapevole ed amato da tutti i vostri interlocutori.

La ripartizione delle frequenze adibite alla comunicazione nautica è rigidamente stabilita, quindi anche se le radio moderne dispongono di 100 e più canali, suggerisco di ripassare i manuali della patente nautica, nei quali le norme che regolamentano l’utilizzo della radio di bordo, sono di solito tratte, frettolosamente magari, ma pur sempre presenti.

L’argomento “radio di bordo” richiederebbe approfondimenti nei quali addentrarsi ma che per ragioni di opportunità non possono qui essere sviscerati. Per qualunque dubbio, sono a vostra disposizione.

Quindi, passo e chiudo.

 

 

Alberto Gamannossi passa molto tempo a bordo della sua amata “Bibis”, un First 24, di cui si occupa totalmente della manutenzione, sotto ogni aspetto. È un sognatore e per questo condivide il nostro messaggio di decrescita, e a breve si trasferirà a vivere in barca. Nel frattempo porta avanti con impegno il suo blog “Vivere in mare“.