Siamo esseri umani. Punto.
Mi sforzo continuamente di fornire un quadro normale del mondo velico, diportistico, contrastando in ogni modo la sciocca presunzione di ‘specialità’: anche perché il 99% dei diportisti vedono la barca e il mare come un hobby. A conferma di quanto vado dicendo basterebbe che vi postassi la foto di un signore over 150kg., che allegramente arma il suo Bavaria 44, sgretolando ogni stereotipo del velista biondo, atletico e dal sorriso Durbans (per omaggiare una recente critica ricevuta: e si che il mio è tutto tranne un sorriso da pubblicità).
E in questa mia apologia della normalità, rientrano le manie che ognuno di noi ha e porta con sé a bordo.
“Ordunque”, se vogliamo divertirci un po’, usiamo la massima sincerità e mettiamo sul tavolo le nostre debolezze.
La mia prima ‘mania’, è senza ombra di dubbio il caffè delle 11 (l’elasticità può spingermi al massimo fino alle 12, non oltre). Questo è per me un vero e proprio appuntamento che ha il potere di condizionare nel bene o nel male la giornata. Certamente esagero, ma se puta caso il dì già non partisse con il piede giusto, e dovessi rinunciare alla mia pausa alla caffeina, il rischio di girar storte le 24h successive sarebbe molto alto.
Come da foto la tavola deve essere imbandita con la mia tazzina (tigre o altro animale non importa, anche se…), macchinetta del caffè pronta per i rabbocchi successivi, cioccolata fondente, possibilmente della mia marca e con pezzetti di pistacchio (chi sa sa, chi non sa taccia per sempre), sigaro Toscano (modello dipendente da quelli che ricevo in regalo: vi prego andate di Antica Riserva o Antica Tradizione, e se poi voleste omaggiarmi di un bel Moro, allora vi farei anche un massaggio ai piedi), un buon libro avvincente, acqua fresca e se potessi chiedere una morbida brezzetta a stemperare la canicola estiva allora bé, sarei in paradiso. Il tutto però insieme alla mia dolce metà Başak! Si perché come quando si vede un film comico, e non è bello ridere da soli, così per me la pausa caffè deve essere condivisa; l’occasione si presta per parlare, di cose belle magari, di progetti, idee o quando necessario di problemi, in generale. Insomma è un momento topico della giornata, una specie di ‘briefing’ quotidiano a cui preferisco non rinunciare.
L’apice lo tocco quando in navigazione. Dato che spesso il Meltemi inizia proprio verso le 11, e dato che si programmano gli spostamenti ai fini di non usare il motore (tanto da definirci “talebani della vela”: con 3 nodi di vento si apre e si va), frequente è la condizione ideale per metter su la Moca senza particolari rischi, vista l’iniziale brezza gentile con cui il Meltemi si presenta prima di entrare a pieno regime: sono giusti giusti quei 15-20 minuti a noi occorrenti, belli paciosi sotto l’ombra del tendalino, al silenzio, con solo lo sciabordio del mare sulla carena, e tanta pace trasmessa dalle vele.
L’altra mania, che è più un rituale, questa volta di Başak, è quella di aprire gli occhi al mattino e, quando in estate ovviamente, infilarsi il costume e tuffarsi senza colpo ferire. Effettivamente chi l’ha provato, non può non essere d’accordo su quale sia il modo migliore per svegliarsi e iniziare col piede giusto la giornata: quando in acqua la temperatura va dai 28° ai 31°, in pratica il bagnetto di un bebè. Se poi la nottata è stata particolarmente umida o fastidiosa per mille motivi, diventa una regola di sopravvivenza.
Quanto sopra apre la pista alla successiva mania della “Bastarda di Istanbul”. Dato che il tutto avviene grazie alla sua naturale esigenza di svegliarsi prima di me, diciamo verso le 7, forse prima; dopo il tuffo, riemerge per bere il suo bicchiere d’acqua con un po’ di limone spremuto, metter su la Moca ma stavolta “armata” con poco caffè e più acqua (una sorta di ‘ciofeca’), tanto per bere qualcosa di caldo e un briciolo di caffeina, una mezza banana, la sua sigaretta rollata delle dimensioni di uno spillo, computer, internet e cazzeggio libero, quando non coincidente con il lavoro sia dei social, che per il suo nuovo sito sull’alimentazione (stay tuned), o le traduzioni che ogni tanto le vengono commissionate. La ritualità è funzionale anche a quegli equilibri intestinali che ognuno di noi conosce bene, e che spesso seguono regole del tutto personali ma semi ferree.
Stavo per dimenticare, a colazione per me non deve mancare il Tahin. Il Tahin per chi non lo sapesse, è una miscela di tahin appunto (estratto di semi di sesamo) e melassa d’uva. I nostri ospiti sanno di cosa parlo, e facilmente diviene una droga che crea vera e propria dipendenza; in più è sana e ricca di proteine; abusarne è un attimo, tanto che un mio caro amico in pratica a colazione si fa il bagno dentro la tazza del Tahin appositamente creata a parte per lui. Purtroppo l’unico, inimitabile Tahin che possiate mangiare si trova solo in Turchia, le altre sono delle tristi imitazioni: ne ho provati diversi per crisi di astinenza, sia in Grecia, che in Italia che in Portogallo, ma preferisco rinunciarvi, tanto sono distanti. Tale è la mania (e la pazzia) che recentemente ho fondato una nuova religione a cui stanno aderendo vari adepti: il TAHINISMO.
Al momento non mi viene in mente altro, ma d’altronde… ‘what else’?
Ora sputate voi il rospo e fateci compagnia
Le nostre sono abbastanza banali:
Roberto: 1) non riesco ad andare a dormire se prima non vedo la barca in ordine e soprattutto prima di aver sistemo piatti, posate e tutto ciò che si è lavato dopo cena, anche se per la stanchezza sembro uno zombie che cammina. Unica eccezione concessa per le stoviglie è se siamo ormeggiati in un Marina (il mio lato rompicoglioni)
2) devo assolutamente riportare ogni nuova cosa che sale a bordo nella rubrica nella quale ne indico anche l’esatta collocazione (il mio lato maniacale di catalogare…. quasi tutto)
Tania: 1) non si puo’ salpare senza che, non importa che ora sia, abbia bevuto con tutta calma la sua tazza piena fino all’orlo di quel beverone marrone che osa chiamare caffè …..anche se sono le 2 del mattino (il suo lato…. “sai perfettamente che altrimenti sto male tutto il giorno!!!”)
2) riportare sul diario di bordo ogni cosa riguardante la navigazione (….il che, dico io, va benissimo…..ma non puoi cominciare a scrivere l’ora di partenza, la direzione del vento, la rotta, ecc. quando ancora dobbiamo alzare le vele o proprio mentre dobbiamo prendere una mano di terzaroli!!!!)
🙂
Ahahah siete fantastici. Caspita pensavo di essere tra i peggiori… 😂😂😉
Orario Alba bagno senza aver ancora aperto gli occhi sperando di ricordarmi che non avevo ormeggiato in banchina. La caffettiera era già pronta ed accenderla è l’unica cosa che faccio tra il letto e l’acqua. Caffè sigaretta. Sono già in paradiso. Ore 11 pane e mortazza che nella mia cambusa non è mai mancata. Ma non sono stato in Turchia. Comunque un affettato goloso. Se sono in banchina caffè ed esco a farmi qualche chilometro in cerca di una prospettiva giusta per la foto all’alba. Musica nelle cuffiette. Al ritorno qualcosa di commestibile ma siamo a terra. Sicuro trovo qualcosa. Rada vs porto di solito non cambio mai questa prassi. Durante la
Giornata e serata invece non ho particolari fisse. Se ci penso un bicchiere di birra pre aperitivo serale serio a prua con verifica meteo notte e giorno successivo così da decidere se fare un ottimo aperitivo o no 😁
Bene, direi che tu già rientri nella “normalità”. Le tue sono quasi sane abitudini, anzi senza quasi 😉
PS. Non venire in Turchia, la mortazza si trova molto difficilmente e solo in alcuni specifici supermercati: prezzi astronomici ovviamente. In compenso tipo bresaola ma speziate sono all’ordine del giorno
Anche a noi l’uva non dispiace ma non dispersa nel tahin, a noi piace più in acini meglio se pigiati e lasciati fermentare per il giusto periodo!! 😂😂
Oltre questo, personalmente riesco difficilmente a rinunciare – contrariamente alle buone abitudini da marinai – ad una bella tazza di latte appena sveglio, tiepida in estate, calda in inverno. Quando manca mal di mare e mal di testa sono assicurati!! Diversamente non sarebbero “manie” no ??
Ahaha dal vino al latte è un attimo!😂
Non ti facevo così latticinoso, mi hai sconvolto