E finalmente “Si può fare”
“È con viva e vibrrrrante soddisfazione, che vi annuncio la nascita di “Si può fare – Nuova Edizione”: buon Natale!
È fatta
Inutile nascondere l’emozione che mi avvolge digitando queste poche ma pesanti lettere; non foss’altro che non so davvero cosa aggiungere alla notizia in sé.
Ma come un buon padre che assiste alla venuta in luce del pargolo, non posso esimermi dal classico discorso, esortato a gran voce dagli astanti (davanti l’altrettanto classica tavola imbandita, di una non meglio precisata sudicia taverna, tovaglie a quadri e vino alla mescita compresi).
Torniamo un attimo seri, in quanto l’impegno che mi ha chiesto la gestazione della nuova edizione di Si può Fare, non è stato poco, e solo chi ha seguito marginalmente le varie vicissitudini può saperlo. Perché è vero che il grosso del testo già c’era, ma confrontarsi con qualcosa scritto anni fa, e rivederlo oggi, incute non solo molto timore, ma richiede tanta onestà intellettuale, pazienza e soprattutto comprensione verso quel ‘ragazzo alle prime armi’.
Ve lo dico chiaro e tondo, la prima “correzione” ho iniziata ad apportarla quasi un anno dopo l’uscita, dunque nel 2014. Era una semplice revisione di refusi, sintassi, ripetizioni e tutto quell’amabaradan di inesattezze che ogni autore conosce… o meglio il novello autore. Più lo leggevo e più scovavo problemi, e mi chiedevo un po’ sorpreso e sconcertato, cosa si fosse trovato in mano il bravo Riccardo (editor di Nutrimenti) quando iniziò a metter mano alla mia prima stesura: se nonostante la sua attenta supervisione, io poi ho riscontrato una selva oscura infinita, posso solo vagamente immaginarlo.
Iniziai a proporre tali correzioni all’editore, il quale mi rispondeva senza colpo ferire “picche”. Non lo biasimo ci mancherebbe, le copie erano andate in stampa e non era il caso rimetter mano ai cliché di tipografia per le ristampe successive: personalmente non è che ne fossi molto convinto, ma d’altronde una casa editrice, per quanto illuminata possa essere, resta pur sempre un’azienda soggetta alla quadratura dei conti.
L’inizio… dell’inizio
E lì cominciò il lento sgretolarsi dei rapporti. Spero non me ne vorrete se eviterò di entrare nei tanti dettagli e vicissitudini che seguirono, e che non fecero altro che arricchire il vaso in fase di tracimazione. Purtroppo non molti sanno che l’autore, una volta consegnato il manoscritto, in soldoni perde ogni diritto, o quasi, sulle scelte politiche, economiche, gestionali e via dicendo. Così anno dopo anno compresi il da farsi, dovevo riappropriarmi di “Si può fare” e gestirlo come credevo fosse giusto, nel bene e nel male.
Pregai a più riprese il mio editore di restituirmi i diritti, viste le strategie non più comuni; e con mia grande sorpresa, pressing dopo pressing, il Natale del 2017 portò con sé il regalo tanto anelato. E questo è un gesto che ho molto apprezzato e di cui ringrazierò sempre Andrea Palombi, forse uno dei migliori editori al momento in circolazione. E qui la chiudo.
Intanto il “nuovo” Si può fare prende forma, mese dopo mese, correzione dopo correzione, riflessioni continue.
Cosa fare e cosa dare nella nuova edizione di Si può fare
In pratica una delle difficoltà principali è stata quella di decidere se stravolgere o meno il libro iniziale; ma facendo ciò, avrebbe significato annullare la genuinità dell’epoca, che nonostante tutto, rimane da ammirare e da amare: e far leva su tale direzione le recensioni di Si può Fare accumulate nel tempo, abbastanza chiare in tal senso. Intendiamoci, non ne sto tessendo le lodi, è pur sempre mio figlio, quindi parlo per me, come padre che osserva con difficile obiettività la prole.
Fatto sta che alla fine ho compreso come fosse importante restituire al lettore emozioni sincere, di due ragazzi, quali eravamo io e Başak, alle prime armi con tutto, compresi noi stessi in quel quadro avventuroso e pieno di incertezze.
Pertanto vi ritroverete un libro fedele all’originale, però corretto, sistemato a dovere, MA, e qui una delle sorpese, non solo una prefazione nuova frutto di… vabbè lo leggerete, e soprattutto un capitolo finale nuovo in cui faccio il punto sul cosa è stato dopo. Risultato: almeno 30 pagine in più tutte per voi! Qui la versione cartacea.
L’eBook
L’altra vera sorpresa è la possibilità di offrire al lettore le versioni digitali: questa era una delle cose che desideravo di più da sempre, e che non ho mai ben compreso sul serio il perché non si potesse avere. Questa mia esigenza si sposava pienamente con la richiesta di tantissime persone, che nel corso degli anni mi facevano notare quanto desiderassero la versione digitale per problemi di spazio e portabilità. Perfetto ora ce l’avete. Sia in PDF che in Kindle (e a breve anche in ePub).
In conclusione, non so se abbia fatto bene o meno a intraprendere questa ennesima strada libera e conseguentemente a tratti tortuosa, sarà il tempo a dirlo. La questione è che fondamentalmente non me ne importa poi molto; sono arrivato in un punto della vita, nel quale sempre di più evito i compromessi. Non ho tempo né voglia di mediare quando so che posso strappare da me la cosa per cui ho lottato, e continuo a lottare da anni: la libertà.
Buon vento a voi tutti cari amici, vecchi e nuovi, che vorrete salire a bordo con noi e chissà magari un giorno, capire che in fondo davvero “Si può fare”.