Salve a tutti, mi chiamo Başak e molti di voi mi conoscono personalmente, amici, amiche e ospiti di Yakamoz.

Sono alle prese con il mio primo articolo, per cui dovrete perdonarmi se meno avvezza alla tastiera come Giampaolo; farò del mio meglio affrontando un argomento che conosco molto bene: l’alimentazione.

Quando è uscito “Si può fare – Come vivere una vita da sogno con 500 Euro al mese” scritto da Giampaolo, tanti lettori ci hanno inviato le loro congratulazioni, incoraggiamenti e ringraziamenti perché il libro è riuscito a dare uno spiraglio di fiducia verso il futuro ad ognuno di loro.

Altri lettori invece hanno sollevato dei dubbi inerenti al connubio dei 500 euro al mese con una vita da sogno. Questo perché, secondo la maggioranza dei dubbiosi la parola d’ordine era (e continua a essere): “Non si può fare – a meno che non facciate una vita da barboni”.

Affermazioni dure, che richiedono un’analisi completa però. E questo nonostante l’elenco dettagliato delle spese, compreso quelle alimentari, riportate in una tabella specifica del libro… Ops, ho omesso un piccolo dettaglio: di solito le obiezioni vengono formulate da chi il libro non l’ha letto!

Comunque, una volta un signore tramite Facebook aveva postato una foto contenente ‘2 cornetti, 2 cappuccini, 2 spremute di arancio e 1 quotidiano’ acquistati in un bar di un’amena località turistica sulla Costa Azzurra; e ci chiedeva in tono molto ironico come facessimo a campare con 500 euro al mese in due, dato che lui quella mattina aveva speso solo per la colazione circa 10 euro. Avrei voluto rispondergli apertamente e dettagliatamente, ma i social media non costituiscono una buona piattaforma per farsi sentire, special modo se ad ascoltare c’è un “sordo”. Ora, quel signore non era l’unico a dubitare sulla veridicità della nostra storia, e forse anche alcuni di voi si fanno la stessa domanda magari in buona fede, con il solo motivo di capire e perché no imparare qualche cosa quando dovrete recarvi al supermercato a fare la spesa. E io sono qui a rispondervi, o meglio lo sarò.

Perché dimenticavo di dirvi, a breve partirà il mio blog che sarà in realtà una vera e propria rivoluzione, in quanto dimostrerò come sia possibile un’alimentazione sana, economica ed etica, insegnandovi come e perché, e svelandovi anche cosa si nasconde dietro l’industria alimentare… eccetera eccetera.

Su quali basi? Beh spero vi basti il fatto che io sia un ingegnere alimentare, con varie specializzazioni, e che applico le mie nozioni e ricerche, direttamente a noi stessi e a chi ha la “malsana” idea di venirci a trovare a bordo: le testimonianze dirette almeno non mancano (sperando non siano deceduti nel frattempo…).

Bene, la spesa alimentare ha per noi un’incidenza media di circa 180 euro al mese. È poco? Forse per qualcuno, ma proverò a chiarirvi il fatto che non sto dicendo un’eresia, siamo perfettamente nella media.

Scusate se faccio parlare l’ingegnere che è in me, quando devo dimostrare un fatto, mi piace farlo con i numeri. Secondo L’ISTAT nel 2016 le famiglie Italiane composte da due persone – esattamente come me e Giampaolo -, per le spese alimentari hanno dedicato circa 450 euro: in effetti siamo parecchio distanti come cifre dalle nostre. L’ISTAT nelle tabelle che elabora fa un quadro molto dettagliato e vi trovate tante informazioni, se sapete cosa state cercando. Si vede che il budget della famiglia italiana di due persone riceve un grosso colpo per la spesa dalle carni, pari a 93,53 euro, circa il 21% del costo mensile. Al secondo posto abbiamo la spesa effettuata per la categoria pane e cereali, circa a 75,10 euro mensili; al terzo posto i vegetali per i quali la famiglia italiana spende di media 60,62 euro. Per latte, formaggi e uova la spesa si aggira intorno ai 57,56 euro, seguita dalla spesa fatta per pesci e prodotti ittici, oli e grassi, frutta, zucchero, confetture, dolciumi, piatti pronti, caffè, tè, acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta. Vino, prosecco, birra, e aperitivi non sono compresi in questa voce la cui definizione è facilmente intuibile dal titolo: “Spesa media mensile per prodotti alimentari e bevande analcoliche”.

Non vi indicherò per intero un’altra tabella ma solo le parti che mi interessano per il fatto del mutamento della spesa in base alla posizione geografica della famiglia, ovvero il classico quadro nord-sud.

Trascorrendo tra Grecia e Turchia circa 9 mesi e 3 in Portogallo potrei collocarci benissimo e spero senza protesta alcuna, in Calabria, regione che viene indicata come costo più basso per la spesa di una famiglia italiana. Secondo la tabella che vedete qui sopra, la famiglia calabra ha speso mediamente in un mese un totale di 1.700 euro, di cui di media il 22.6% è costituito da prodotti alimentari e bevande analcoliche: arriviamo quindi a una cifra di 384 euro. Ora il divario tra le due spese (la nostra, e quella della coppia calabra) diminuisce di circa 70 euro. Mi accontento di questo risultato e vado avanti. E se vi dicessi che noi mangiamo massimo 3 volte al mese il pollo, massimo 2 volte la carne, mai salumi, mai dolciumi, mai bevande analcoliche, potrei convincervi che decurtare un 100 euro non sarebbe molto azzardato? Quindi anche con i dati ISTAT è facile dimostrare che se fossimo una famiglia residente in Calabria mediamente spenderemmo 284 euro. Ma noi non viviamo nemmeno in Calabria, perciò il fatto che non stiamo facendo una vita da barboni è stato appurato con i conti della serva. Non voglio stupirvi con effetti speciali, affermando che non ci facciamo mancare il vino e altro, ma questo farà parte di altre puntate: ora punto al succo della questione.

Ai conti qui sopra riportati vanno aggiunte due altre considerazioni:

1) C’è uno spreco nella spesa e nella conservazione degli alimenti che non avete idea, sia a casa che in barca. Secondo le statistiche, le famiglie europee buttano nella pattumiera circa 123kg di cibo! Gli italiani “solo” 85kg.

2) Le statistiche ISTAT si riferiscono alla spesa media di una famiglia italiana, che basa la propria alimentazione su canoni quasi completamente sballati. Attenzione: non è un problema solo degli italiani ma riguarda pressoché tutta la popolazione mondiale, a partire dal consumo della carne, oramai spero questione nota ai più. Ma io vi garantisco che non è solo questo, ci sono altre abitudini errate che si ripercuotono sia nel portafogli che nella salute. Tutto ciò ha un nome ben conosciuto dagli addetti al settore, ma facilmente comprensibile da tutti: sovralimentazione.

Ecco perché i conti tornano ancor più facilmente, ma di certo per mettersi sulla giusta rotta, bisogna sapere il come e perché: cambiar vita come spesso affermiamo, almeno per come intendiamo noi, non è semplicemente andare a vivere in barca, montagna eccetera, ma è una questione molto più profonda e legata alla decrescita, e che si ripercuote positivamente sullo spirito, la salute e sul pianeta (e sulla tasca).

Ritorno all’argomento principe, rispondendo a quel signore che ci chiedeva quanto spendessimo noi per la colazione: tolto il ‘giornale’ che sinceramente è una spesa non rientrante più nei nostri calcoli per scelta, non per economia, ci sono differenze di base. Forse la cosa lo stupirà, ma esistono tanti modi di fare colazione. E quella fatta al bar è decisamente una delle peggiori per la salute e per la linea, e non credo proprio sia una buona pratica applicata da tanti spendere 10 euro per le calorie vuote*. Da un bel po’ di tempo, circa 8 anni noi non facciamo colazione al bar, non beviamo né cappuccini né spremute, e né tanto meno mangiamo cornetti a colazione, intendiamoci al bar o a casa che sia. Quando ancora lavoravamo nel senso tradizionale del termine, quindi quando eravamo presi dalla vita frenetica, per stimolarci ad andare avanti ci premiavamo ogni tanto concedendoci la classica colazione “Italian Style”: vi ricorda qualcuno? All’epoca come sottolineato non era comunque una consuetudine, e non per risparmiare, né per la salute dato che a 30 anni sei bello, sano e giovane, ma più che altro per mantenere la linea. La nostra colazione oggi, invece più che mai è varia, credo che disponiamo di 5 o 6 alternative. Ognuna di queste, anche se diverse l’una dall’altra in termini di gusto, temperatura e consistenza senza mai compromettere il sapore, è ricca di nutrienti utili per affrontare la giornata; giusta percentuale di calorie, in prevalenza costituita da prodotti il più vicini alla loro forma naturale, ove possibile bio e senz’altro non costano né 10 né 5 euro: siamo intorno a 1,80 euro, bevande comprese per due persone.

Diamo importanza all’assunzione di una buona dose di proteine sia animali che vegetali, una buona dose di carboidrati complessi, pochi zuccheri, una buona dose di fibra alimentare, pochi grassi saturi, mentre si a una buona dose di grassi insaturi, vitamine e minerali. Come direbbe un volto famoso: what else? D’altronde i nostri avi avevano ragione sul fatto di mangiare da ‘ricco’ a colazione, da ‘benestante’ a pranzo e da povero a cena. Ho dubbi che quando dicevano ‘da ricchi’, si riferissero alla colazione al bar.

PS. Portate pazienza, le ricette, la lista della spesa, il tipo di alimenti, come comportarsi al supermercato e quant’altro lo troverete come detto sul mio blog. Stay tuned.

*: Calorie vuote, deriva dall’inglese “Empty Calories” che si usa per gli alimenti ricchi in calorie ma “vuote” per le proprietà nutritive. E’ una sorta di cibo spazzatura, per esempio.