Ad oggi i fatti mi stanno dando ragione, che si sappia; la narrazione del Covid stenta a camminare su gambe solide al punto che gli esperti, o sedicenti tali, sono preoccupati scompaia. Si, avete letto bene, auspicherebbero ancora un po’ della sua compagnia per poter produrre i vaccini a loro tanto cari, che per definizione dovremmo chiamare “MANDRAKE” viste le attuali 6.800 mutazioni.
Fa quasi tenerezza l’energia messa su da Big Pharma, scienziati, speculatori, perversi filantropi, miliardi investiti per poi ritrovarsi senza il virusello cattivello. “Fedigrafo! Dopo mesi di scena, teatri, red carpet te ne vai senza neanche salutare!”
Ma tranquilli perché ce la stanno mettendo tutta per allungargli la vita: esperti, cialtroni, veterinari divenuti virologi, prezzolati a vario titolo si promuoveranno in ogni modo a loro concesso, per avvisare che non scomparirà, che a ottobre dovremo nuovamente temerlo e via di questo passo, cantando.
Nel frattempo sto attendendo che qualcuno mi mandi uno studio peer review con il quale si dimostri di aver isolato il virus in forma purificata (dettaglio non di poco conto), foto al microscopio elettronico congrue e non contraddittorie tra loro, rispettando le 4 fasi di Koch, unico metodo scientificamente accettabile per formulare l’ipotesi virale e su cui fondare diagnosi, tamponi, analisi e gold standard (al momento non pervenuto). Come dire, il minimo sindacale per affrontare una chiamata pandemica.
Ma cosa ci lascia il virusello? Molta tristezza a dire il vero. Scaturita non solo per l’oggettivo disastro economico prodotto al fine di giustificare la sua pericolosità, azioni per le quali mi auguro a breve una nuova Norimberga tale da ricordare la prima come convivio di parrocchiani; ma più che altro dalla consapevolezza di essere contornato da persone attaccate alla ‘nuda vita’ per dirla alla Agamben, a tal punto da fregarsene degli altri e di ogni conseguenza.
Peggio ancora ho assistito alla più grande ipocrisia della storia, talvolta manipolata a dovere certo, ma ben attecchita tra la gente. Ora ci arrivo.
A cosa abbiamo assistito
Per 3 mesi circa ho affermato (insieme ad altri) che i numeri contrastassero inequivocabilmente con la realtà venduta dai media, e che questa forzatura pandemica dovesse avere origini altre; il tempo si dice è galantuomo e ne sono certo, spesso en pendant con l’altro adagio del ‘cinese che attende sull’argine il cadavere del proprio nemico’. Mai come ora spero di aver ragione, ne beneficeremmo tutti, anche coloro i quali soffriranno quella sensazione difficile, che in Francia chiamano “sentirsi presi per il culò”.
Ma no, il problema non è tanto lo scherzo da prete, messo su da una OMS burlona a cui perdoneremmo ogni cosa (?) a patto la finisca qui (gli scherzi son belli quando durano poco); al contrario, abbiamo a che fare con delle conseguenze impattanti, a tratti devastanti. È morta gente, ma certo non per Covid, quanto per malasanità ed errata gestione di emergenze, per mano di poveri medici e operatori sanitari, strumenti usati ignobilmente dai vari registi in tutto il mondo. Cineasti al soldo di un disegno ancora più grande e le cui trame probabilmente dovremo intuire, ognuno con il proprio bagaglio culturale o meglio voglia di approfondimento.
Le persone sono state manipolate, in ogni forma e salsa; i media, l’ho scritto e detto in varie sedi e modi, sono co-responsabili di strage di stato, omicidi colposi (quando non dolosi) e disastri economici, non c’è alcun dubbio. Hanno esagerato e alimentato volutamente un quadro geograficamente localizzato in Lombardia, per meri fini politici ed economici, e questi sono fatti gravissimi, di cui alla neo Norimberga auspicata.
Nel mentre scrivo c’è in pieno svolgimento “Magistratopoli” e “Giornalistopoli”, due eventi connessi scottanti (a usare un eufemismo) di cui però, chiaramente, pochi sono a conoscenza e altrettanto rari i giornalisti intenzionati a darne peso: l’attuale presidente della Repubblica e del CSM, tale Sergio Mattarella, semplicemente non pervenuto. Tutto quadra d’altronde, e il web ci viene in soccorso e forse chissà sarà proprio l’arma con cui potremo abbattere questi furfanti, deplorevoli organi del potere dai giorni contati.
Il mainstream e le organizzazioni “filantropiche”, servizi segreti deviati compresi, hanno pompato per 3 mesi ogni disinformazione possibile e immaginabile; hanno sul serio lavorato alacremente. Notizie false. Numeri distorti. Medici dissenzienti messi a tacere, probabilmente minacciati quanto meno sotto il profilo professionale. Siti antibufala loro stessi bufalari: associazioni a delinquere pericolose che puntano sulla stupidità delle persone, bastevoli di leggere il titolo per trovar conforto alla propria stoltezza e dabbenaggine; sufficiente addentrarsi negli articoli che dovrebbero sbugiardare il fatto, per accorgersi di un cocktail di parole, opinioni tendenziose, conclusioni arbitrarie o peggio chiare calunnie e nulla più. Delle vere e proprie task force della disinformazione, altro che il contrario. Patti scellerati demenziali di pseudo scienza e loro accoliti capò arroganti. Statistiche faziosamente redatte nei modi più imbarazzanti possibili, al fine di dar ragione al fenomeno chiamato “lockdown”, (imprigionamento suonava male): ultimo fra tutti il tentativo costante di denigrare la scelta svedese, evidentemente vincente, vendendola come fallimentare. Leggi in totale contrasto con il buon senso medico e scientifico, da cui le mascherine inutili e anzi dannose, distanziamenti socialmente pericolosi e aberranti. Idee che neanche Stephen King avrebbe potuto pensare, come i braccialetti per i bambini pronti ad illuminarsi all’avvicinamento tra loro: inconcepibile, distopico. Ne potrei raccontare a bizzeffe ma credo che chiunque sia dotato di onestà e non intendo intellettuale, possa sapere a cosa mi riferisca.
Si lavora attraverso i vari obblighi, neo torture vendute come tutele, affinché la narrazione unica continui e domani le persone preghino in ginocchio il vaccino Mandrake, per un virus inesistente o quasi, unica moneta di scambio per recuperare le libertà.
Tra le azioni subdole prodotte dalla macchina pro Covid, la diffusione di stupide meme o hashtag che hanno tenuto compagnia ad imbelli individui affacciati alle finestre: #andràtuttobene ormai verrà ricordato sulle lapidi, #iorestoacasa si guadagna il secondo posto senz’altro; poi dato che pian pianino la gente iniziava a svegliarsi ecco comparire quelle con gli infermieri e medici distrutti, conditi dei vari segni e eritemi dovuti alle mascherine, farcite di messaggi sul tono “noi stiamo lavorando e soffrendo per te (?): non fare lo stronzo resta a casa”; visto che neanche questo fermava il risveglio collettivo arrivano le meme horror dell’intubazione, con varie frasi del tipo “se vai in giro potresti finire così!” oppure, e qui arriviamo finalmente all’ipocrisia più totale, “il tuo egoismo potrebbe costare caro al prossimo”.
Ancora oggi ecco far bella mostra la meme con l’infermiere affranto sovrimpresso alla “folla dei navigli”, (futuri capri espiatori per il rilancio della kermesse chiamata ‘Fase 1’), con il fumetto “allora non avete capito nulla”, oppure la struggente e definitiva “siamo morti per voi”. Amen.
Sul serio, si gioca sporco pur di continuare la sceneggiatura imposta e da NON CONFUTARE!
Ordunque ci siamo, parliamone, perché avendo esaurito ogni idea il deep state spinge sempre più su questi tasti, obbligandoci tuttora al nuovo bavaglio chiamato FFP3.
Succede che il temere per la propria pelle, venga fatto passare come incredibile gesto altruistico nei confronti di persone delle quali non ce ne fregava poi molto fino a ieri.
Difatti l’evoluzione “epidemica” ha confermato quanto urlato da molti all’inizio, e cioè che trattavasi di una normale influenza; per cui bambini e persone in normale stato di salute fuori da ogni pericolo, ma si infelicemente anziani con problemi e patologie, al pari degli immunodepressi, potenziali categorie a rischio.
Ed ecco spuntare le nuove anime candide, illuminate sulla via di Damasco, difendere a spada tratta i diritti delle minoranze fino a ieri nascoste alle nostre coscienze.
Bello. Ammirevole. Immagino siano gli stessi che non vedono l’ora di vestire la casacca dell’assistente civico, delatori ufficializzati per neanche i 30 denari di Giuda; anzi del tutto volontari, meglio volenterosi di far la spia. Se si trattasse di una farsa teatrale la chiamerei grotesque; purtroppo invece è la triste realtà italica. Italia denunciata dall’alto commissario dell’ONU Alicia Erazo per crimini contro l’umanità.
E si, forse non ve ne rendete conto, tutto ciò sta accadendo non in Nigeria ma in casa nostra, il paese delle rane bollite.
Le mascherine dicevo, oggi è ufficiale non servono a nulla, specialmente quando usate in modo errato (cioè il 99,9% degli italiani non addetti sanitari): d’altronde a cosa vuoi che servino i corsi in ospedale per il corretto uso dei dpi! Ma non solo si va a confermare che, (lo diceva sin dall’inizio Montanari), voler filtrare un ipotetico virus da 120 nanometri di dimensione con le mascherine in questione, è come pretendere di fermare una zanzara con un’inferriata; peggio, potrebbero causare ristagno e coltura di virus e batteri data l’umidità che si va a formare all’interno. L’alcalosi poi special modo per quegli incoscienti che fanno attività sportiva indossandola, è molto probabile: qualcuno è già morto. Nel mentre scrivo il virus in pratica, se mai esistito, non c’è più: anche questo lo affermavano altri luminari, mai ascoltati, dal principio, ovvero che 70 giorni di storico, il sole e la bella stagione l’avrebbero eliminato come… ogni normale influenza.
E nonostante tutto siamo ancora sotto legge marziale, obbligati a indossare un bavaglio pericoloso, insensato e a giocare ai 4 cantoni se desiderosi di bere un caffè: questa non è democrazia, ma dittatura inaccettabile e verso cui forte è la necessità di ribellarsi.
Vorrei chiarire una banale questione. Io non critico quanto fatto all’inizio, cioè chiudersi in casa per 2 settimane; ci sta, è comprensibile, 15 giorni sarebbero un tempo giustificabile per capire con cosa avere a che fare, anche se l’esperienza cinese già forniva agli esperti opportuni riferimenti. Ma va bene, siamo prudenti. Dopodiché, ascoltati tutti i virologi e immunologi, in caso di discordanza tra le opinioni, tu governo non ti puoi permettere di dare fiducia ad un’unica visione scientifica: nel dubbio non distruggi un intero sistema e il futuro del tuo popolo. Perché se già con i numeri e dati cinesi si era capito non trattarsi di Ebola, alcuna giustificazione avrebbe potuto propendere per un distruttivo lockdown di 3 mesi.
D’accordo il danno è fatto, ma oggi pretendiamo di sapere chi ha sbagliato cosa e perché, e chiaramente vogliamo immediate dimissioni e conseguenze penali e civili, oltre un ripensamento totale della metodologia da applicare in caso di una futura analoga circostanza.
Torniamo agli altruisti. Eccoli lì, quelli che domani a crisi terminata (auguriamocelo) dimenticheranno allegramente gli immunodepressi, i costi sanitari o i posti mancanti in TI: pronti per la prossima battaglia morale stimolata dai media.
Come sapete amo la schiettezza e i discorsi scomodi, ma sinceri, onesti.
Mi alzo la mattina alle 7 e vado a far jogging, mangio seguendo un adeguato regime alimentare; le eccezioni, come giusto esistano, sono tali e molto piacevoli. Non fumo (mezzo-sigaro-senza-inspirare quando mi va: sono 2 mesi che mi manca), non ingurgito grassi o zuccheri, o molto limitatamente. Assumo regolarmente Vitamina D tramite 15/30 minuti di sole o se non c’è attraverso l’alimentazione.
Conduco una vita intensa ma basata su stress calibrabile, gestibile. In parole povere cerco di rispettare il mio corpo al meglio. La mia incidenza sul SSN probabilmente è vicina allo zero negli ultimi 25 anni.
Ora definiamo le “categorie a rischio”.
Innanzitutto l’età media oggetto dell’attenzione Covid è di 80 anni: cioè fortunati individui arrivati al limite e al termine della loro vita; statisticamente ogni giorno in più è un regalo della buona sorte. Forse non ci arriveremo tutti, ma senz’altro dovremo farci i conti. Mio padre è morto a 54 anni, un caro amico a 30, un altro a 25. Perdonatemi dunque se a priori non provo pena per chi ha potuto godersi tutto il giro di giostra concessogli dal fato. Rispetto si, pena no.
Come stanno statisticamente gli 80enni: quasi tutti, avendo superato di gran lunga la programmazione biologica dell’essere umano (mi ricorda sempre l’amico Andrea, medico, che non siamo stati progettati per vivere così a lungo), hanno una qualche patologia, magari solo l’ipertensione. Ma se per fortuna o responsabilità lungo il corso della loro esistenza, il fisico risponde ancora bene, saranno gli ultimi a doversi preoccupare; d’altronde si è parlato sempre dei morti nelle RSA, ma mai di chi ce l’ha fatta o proprio nemmeno si è ammalato: ennesima curiosa dimenticanza mediatica.
Aspetto più importante, un anziano discretamente in forma non avrebbe nessuna intenzione di separarsi dal nipote, o giocarsi gli ultimi giorni di vita recluso in casa. Aggiungerei qualsiasi anziano capace di intendere e di volere, indipendentemente dallo stato di salute: ne conosco diversi, persone a cui nessuno ha mai chiesto un parere sul caso o meno di imprigionarli nel loro interesse. Perché è principalmente per ciò che abbiamo fatto tutto questo… o no?!
Gli altri, quelli “a rischio”. Non credendo nella sfiga, tranne in rari casi verso i quali provo compassione e dispiacere (e lo sottolineo), normalmente parliamo di persone con 2, 3 o persino più patologie: obesi, diabetici gravi, seriamente ipertesi, pazienti oncologici gravi, immunodepressi ecc.
La bellezza del libero arbitrio è quello di scegliere le nostre azioni, spesso anche senza un motivo razionale, solo per assecondare il godimento insito nel gesto. Come quello di una sigaretta, che poi diventano 4 pacchetti al giorno. Oppure cedere alla gola, mangiando senza controllo, grassi, salumi, dolci, fottendosene serenamente dei consigli alimentari, ma con indubbio piacere. La sensazione di un bel bicchiere di vino o di whisky poi, solo chi l’ha provata può capirlo: va bene talvolta l’abitudine trasforma il bicchiere in bottiglia, e da lì quotidianità irrinunciabile. Per non parlare di quel calore e brivido che ti entra nelle vene, sotto forma di eroina, o cocaina da sniffare che il cervello tanto apprezza.
La società tenta di venderle come dipendenze, ma per molti in realtà è sempre questione di scelte, volontà di non rinunciare al piacere o alla fuga. Il bambino che si ingozza di merendine o di BigMac e Coca Cola non ne è dipendente dalla nascita, ma indotto dai genitori, dai media, dallo Stato stesso che ne consente la vendita: junk food, alcol, tabacchi chiudendo gli occhi sulle droghe.
Sono da sempre per la libertà, la legalizzazione di tutto, in quanto ritengo sia diritto dell’essere umano adulto scegliere, sia come vivere che come morire o distruggersi.
Il fatto conseguente è però che alcune azioni poi, come ovvio sia, ci trasformino in quelle che oggi chiamiamo per l’appunto “categorie a rischio”.
Gli stessi che oggi sono molto ligi ad osservare le indicazioni dell’ISS, approvando e stigmatizzando chi dovesse mai reputarle un “tantinello” esagerate. Ma che stranamente negli anni se ne son ben guardati dal seguire altre indicazioni, quelle sui rischi di uno stile di vita errato.
Ed ecco che iniziamo a non essere più d’accordo.
Ci troviamo davanti il classico dilemma, i confini della libertà: dove inizia la tua, dove termina la mia.
Il beneplacito per questo tipo di società come già scritto in altri miei articoli, è venuto dalla stessa classe medica. Probabilmente non si è partiti scientificamente con un progetto studiato a tavolino, ma lungo il tragitto, vista la tendenza dell’essere umano occidentale-consumatore, non si è voluto spingere sulla VERA prevenzione, stimolando “Task Force”, protocolli, informazioni sulla qualità della vita; non si sono proposti decreti legge per l’eliminazione del junk food o almeno una sua feroce condanna, “mortadella compresa”; tutt’altro, le istituzioni sanitarie sono state il braccio senziente di interessi più grandi, multinazionali, per mantenere in vita un paziente redditizio e dunque cronicamente malato.
I governi a loro volta, totalmente contrari alla parola “VITA”, non hanno mai messo in atto operazioni per aumentarne il valore: parlare di ‘salvare vite’ quando consenti di respirare alla tua gente polveri sottili, non provi a modificare le logiche residenziali e produttive, tagli alberi eliminando ogni filtro che la natura concede, ebbene non ha molto senso; il termine “IPOCRISIA” invece si gonfia vertiginosamente.
Bisogna essere pragmatici: io non costo un cazzo (al momento) al SSN! Sono una perdita pesante per Mama Big Pharma e immaginate se la maggioranza della popolazione fosse come me: le varie Glaxo o Sanofi (!) avrebbero chiuso i battenti da tempo. Invece viviamo al contrario, e l’unica prevenzione diffusa è quella dei check up clinici, che ovviamente devono esser fatti, costantemente, per trovare sempre più clienti, possibilmente abbassando ogni tanto i “marker di riferimento”.
Si, mi spiace, ma questa è la nuda verità. Il resto sono attività dialettiche circensi. La realtà è quella appena descritta.
Comunque sia, nonostante tutto, come detto l’informazione sulle giuste linee guida per una vita adeguata erano disponibili e accessibili (oltre il buon senso); certo, il medico se avesse percepito incentivi economici così come accade per le vaccinazioni, si sarebbe prodigato a stimolarli questi benedetti consigli, tuttavia insisto, negli ultimi 20 anni di giustificazioni ne vedo poche; se un individuo sceglie di vivere in un certo modo, ne è consapevole e raccoglierà oneri e onori.
Dunque in tale contesto a noi viene chiesto di assumere un atteggiamento di protezione assurdo (in quanto inutile), spacciato per rispetto e altruismo, nei confronti di una minoranza il più delle volte totalmente irresponsabile e auto distruttiva; promuovendo il concetto errato di ‘nuda vita’ a costo di uccidere i figli e i nipoti, il presente, il futuro.
So che se la televisione non ne parla semplicemente non esiste, ma sappiate che in USA recentemente hanno constatato che i suicidi, i tentativi di suicidio e le lesioni corporali auto inflitte sono aumentate al punto da superare il numero di morti (a crederlo vero quel numero) per Covid! Problemi psichiatrici saliti inverosimilmente. Ad aggiungere chi, come in Italia, non ha potuto usufruire delle cure per altre patologie, improvvisamente prive di valore, interventi chirurgici compresi: tradotto, altri e tanti “morti”, verso i quali il nostro altruismo non è contemplato… E ora avremo a che fare con imprenditori e dipendenti non più tali, impossibilitati ad accedere a una sanità e alimentazione di qualità: i loro figli non avranno un futuro.
Ribadisco, VOI, esattamente cosa mi state chiedendo?
Per fortuna di tutti questo virusello non è mai esistito e se si paragonabile a un’influenza. Per fortuna chi è morto lo sarebbe stato comunque da lì a 3 giorni, perfettamente rientrante nella statistica dei decessi; il rammarico semmai è che probabilmente è stato ucciso dalla cattiva pratica medica (colpa di chi ha dato disposizioni e protocolli errati o impedito le prime autopsie: la fiera dell’assurdo, del dilettante o peggio malafede).
Siamo di fronte a un NON problema e chiunque affermi il contrario a spada tratta, magari aggrappandosi ancora e ancora a quei maledetti 15 giorni di fuoco LOMBARDI, NON ITALIANI, NÉ MONDIALI, LOMBARDI, è un disonesto o analfabeta funzionale.
Ma la ‘nuda vita’ non può in nessun caso essere superiore alla vita stessa e a quella di un intero popolo e delle future generazioni. Specialmente quando si oltrepassano l’assurdo e la normale ipocrisia accettabile.
Le categorie a rischio verranno tutelate come sempre, né più, né meno di quanto fatto sinora per ben più gravi virus e batteri; la loro condizione purtroppo non cambierà. Se vorranno o dovranno vivere in una campana di vetro sia sacro il loro diritto, e lo stato li dovrà tutelare e nel caso mettere in quarantena. Viceversa mettere in quarantena un individuo sano non è tutela, non è democrazia, ma tirannia.
Un’ultima cosa, se domani io dovessi crepare perché la TI dell’ospedale è occupata da una persona che ha trattato il proprio corpo come una discarica, vi maledirò dall’altro mondo, voi egoisti, i medici collusi e il governo che vi ha concesso di fumare, ubriacarvi, ingozzarvi beati nel regno dell’ipocrisia, senza garantire la salvezza a tutti, in ugual misura. Vi maledirò, statene certi!
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Una domanda.! E’ vero che in Lombardia nei mesi di Gennaio e Febbraio scorsi sono state vaccinate contro l’ influenza stagionale 265.000 persone, indebolendo le loro difese immunitarie ed esponendole all’ attacco del Covid19.?
Si mi risulta, ma dovremmo approfondire in realtà su quanti altri in giro per l’Italia abbiano fatto lo stesso vaccino (che se non erro era quadrivalente: cioè 4 ceppi di influenza) anti meningococco incluso. Senz’altro ci può essere qualche causa iatrogena ma andrebbe per l’appunto indagata. Io propendo più per l’ennesima crisi di TI, amplificata a dismisura dal panico e dalla gestione dell’emergenza
C’è troppa differenza di casistica tra la Lombardia ed il resto d’ Italia.! Ci deve essere una causa scatenante diversa dal “semplice” contagio come in altre parti!
Grazie per indagare.
Saluti.
Come sempre, caro Giampaolo, mi vedo derubato, dalla tua perspicacia e applicazione nella investigazione e ricerca della verità, si mi vedo di nuovo derubato delle parole dalla mia povera bocca. ma, più andiamo avanti in questi scambi epistolari, più mi sto allenando a chiudere la bocca prima di un eventuale furto. E questa volta ci sono riuscito! Questa volta, bello mio, ho da dire una cosa che a te è passata. Una piccola svista. Concordo in tutto e nella maniera più completa ed ho cercato di dirtelo in vari modi ma… COSA ci metteranno in vena sotto forma di vaccino “VOLONTARIO” e acclamato da tutti…ne vogliamo parlare? Un abbraccio caro mio tieni botta che viene di peggio, questi sono come le onde ed io, da vecchio windsurfista in quel dei reef brasiliani posso dirti: se, o meglio, quando ci cadi sotto, te ne becchi una dietro l’altra sul capoccione, una serie dopo l’altra quindi, respirare a fondo che arriva la serie. Un altro abbraccio.
Caro Marco, mi spiace prender parte a questo furto efferato :-D, ma sono contento che ci sia in giro qualcun altro che possa condividere le idee: ci si sente meno soli. Mi piace la metafora windsurfista e si temo anche io la sequenzialità delle onde, anche se spero con tutto il cuore inizi ad essere a nostro favore. Certo, ci sarebbero da dire molte altre cose, ma tutto insieme non si può.
Buon vento